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“Siamo una colonia francese”

<p> Umberto Bossi</p>

Umberto Bossi

”Siamo una colonia francese”.

Così il leader della Lega, Umberto Bossi, in merito alla questione libica. Il senatur ha detto a Berlusconi che “non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale. Siamo diventati una colonia francese”. E, dopo aver ribadito il no ai raid, Bossi ha aggiunto che le “conseguenze saranno gravissime, verremo invasi dai profughi.

Senza contare che l’intervento costerà settecento milioni in tre mesi”.
Stesso lunghezza d’onda per Roberto Calderoli. “Porteremo il nostro no in Consiglio dei ministri”, ha annunciato il ministro per la semplificazione.

Napolitano dà, invece, il via libera. Il presidente della Repubblica, durante il suo intervento in occasione dell’incontro con gli esponenti delle associazioni combattentistiche, partigiane e d’arma, ha espresso il suo consenso alla missione.

Nel ricordo delle lotte di liberazione e del 25 aprile – aveva detto il capo dello Stato – in particolare noi italiani sentiamo di non poter restare indifferenti di fronte al rischio che vengano brutalmente soffocati movimenti comunque caratterizzati da una profonda carica liberatoria. Non potevamo rimanere indifferenti alla sanguinaria reazione del colonnello Gheddafi in Libia”.

Il senso della missione è stato anche spiegato dal premier Berlusconi durante la conferenza stampa congiunta al termine del vertice con il presidente francese Nicolas Sarkozy: “Non si tratta di bombardamenti, ma di raid mirati con missili di precisione su obiettivi militari“.