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L'opinione di uno sporco comunista

Tempi difficili…

di Valerio De Nardo
<p>Valerio De Nardo</p>

Valerio De Nardo

– E’ tempo di dichiarazione dei redditi e mi viene in mente quanto affermò qualche tempo fa l’allora ministro dell’Economia, da poco scomparso, Tommaso Padoa Schioppa: “Pagare le tasse è bellissimo”. Quante ironie, quante polemiche dovette subire per quell’affermazione!
Venerdì mi sono recato alla caserma dei carabinieri di via San Camillo de Lellis per denunciare un banale furto sulla mia auto. Il giovane maresciallo napoletano che ha raccolto la denuncia è stato cortese come un gentiluomo meridionale, efficiente come ti immagini sia un professionista nordeuropeo.

Sono uscito dalla caserma convinto ancor di più che Padoa Schioppa avesse ragione. Io le tasse le pago e ne sono contento, lo posso dire? Posso dire che ritengo essenziale avere la sanità pubblica e universale, la scuola pubblica e universale e sono lieto di pagare per averle?

Sabato sono stato alla cerimonia di intitolazione del circolo Pd del Pilastro a Gemma Piacentini. Ho tenuto ad esserci, per ricordare una bella persona, ma anche perché più che mai oggi abbiamo bisogno di seguire l’esempio che ci può fornire una testimonianza di vita forte, come quello che ci fornisce l’impegno politico, sociale, professionale – proprio nella scuola – di una donna che se ne andò quando aveva più o meno gli anni che ho io adesso.

Siamo in tempi in cui il marchese Del Grillo si troverebbe a suo pieno agio e potrebbe proclamare “io so’ io e voi non siete un cazzo!” senza essere contraddetto o contestato. Anzi troverebbe gruppi di fan che, a favore di telecamera, lo acclamerebbero additando al pubblico ludibrio coloro che osassero dire che eguaglianza e giustizia siano valori da presidiare e preservare.

Sono tempi difficili da capire, ancor più complicati da raccontare, almeno per chi non ama le semplificazioni. Ma di fronte ad un parlamento ridotto alla retrovia logistica delle difese per parare i guai di un uomo solo, che manomette senza pudore i principi e butta sabbia negli ingranaggi del meccanismo del sistema giudiziario, persino una provocazione forte come quella del professor Asor Rosa, che, di fatto, invoca un golpe può apparire un tentativo tanto paradossale quanto disperato di legittima difesa democratica.

Il problema principale che abbiamo oggi di fronte è, forse, l’evaporazione della politica e l’evanescenza delle formazioni sociali intermedie, che hanno fatto la forza della nostra nazione nel dopoguerra e si sono oggi ridotte, dai partiti alle rappresentanze sindacali, datoriali, di categoria, dal sistema delle imprese fino all’associazionismo culturale, ad agenzie di servizi o a lobby più o meno influenti ma incapaci di fare sistema.

Una testimonianza ulteriore, nel suo piccolo, può essere costituita dalla presentazione delle liste per le elezioni comunali nella Tuscia, che ci consegna in fondo un quadro chiaro.

Infatti, al di là della maggiore o minore tenuta dell’uno o dell’altro schieramento (però, diciamolo: per una volta il centrosinistra appare meno masochista del solito!) quel che si evidenzia con la frantumazione delle liste, in elezioni tutte puramente maggioritarie a turno unico, è la scomparsa della politica, la mancanza di tenuta direzionale dei partiti di fronte a personalismi, interessi di gruppo, protagonismi fini a sé stessi, che i partiti stessi non sono stati in grado di governare e portare a sintesi.

Si badi bene: questa è la realtà, che può piacere o meno, ma è l’acqua nella quale dobbiamo nuotare. Vorremmo fosse meno agitata e torbida, più limpida e trasparente. Vorremmo non avere l’avversario come pesce da mangiare, ma come compagno del branco con cui nuotare nella stessa direzione. Così non è. Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare a cambiare per non finire poi tutti presi nella rete di un declino civile e sociale senza più speranza.

Valerio De Nardo

20 aprile, 2011 - 11.25