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L'opinione di un candido democristiano

A proposito di verifiche…

di Renzo Trappolini
<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

- L’Udc, partito rappresentato nella Giunta della provincia di Viterbo da tre assessori, ha deciso di procedere alla “verifica” dell’attuale governo della Tuscia, eletto solo un anno fa.

Niente di nuovo per quanto riguarda il modo di amministrare la cosa pubblica che, in Italia, come titola un libro di Giulio Andreotti, significa “Governare con la crisi”.

L’esperienza del sette volte presidente del consiglio è, infatti, che “se non è l’uno, è l’altro partito di una coalizione a mettere in moto meccanismi di fibrillazione, chiedendo ad ogni istante tonificazioni, verifiche o riconsiderazioni programmatiche”.

Il libro è di venti anni fa, in pieno regime proporzionale con voto di preferenza incorporato e sindaci e presidenti eletti in consiglio.

Andreotti, allora, alla domanda “sono il pluralismo e la proporzionale a moltiplicare la crisi?” rispondeva di no con riferimento alla storia dei governi italiani dall’unità agli anni ’90.

Quanto è avvenuto dopo, in tempi di bipolarismo, di maggioritario e di elezione diretta di sindaci e presidenti, non lo smentisce (ad esempio, i due maggiori comuni della provincia, Montefiascone e Vetralla, sono andati ad elezioni in questo mese perché i rispettivi consigli erano stati sciolti anticipatamente).

Niente di nuovo, dunque, rispetto a fibrillazioni, verifiche e rimpasti, questi ultimi spesso annunciati in forma multipla e realizzati, poi, ad personam. La storia, come sempre, si ripete, bipolarismo o non bipolarismo e le caste hanno diritto ai loro riti e linguaggi.

Quella politica non fa eccezione, a condizione, però, di restare nella tradizione dell’italica ammuina e in tempi e termini sopportabili.

Fa, quindi, male leggere (Tusciaweb, 21 maggio ore 11,05 – Ferlicca) tra i motivi della “verifica” questa pubblica denuncia: ” la gente muore sulle strade e noi abbiamo lavori per tre milioni già appaltati, ma fermi”.

Se la premessa non avesse i toni tragici che ha, verrebbe da dire con Bersani e Crozza : “Ma siam passi?”.

Meglio, perciò, non pretendere di dare alle parole dei politici il significato comune, quello che si trova sui vocabolari. Altrimenti, come allontanare l’ interpretazione che un uomo qualunque potrebbe dare al nesso di causalità tra “appalti fermi” ed effetti drammatici sulle strade?

Sarà , comunque, il caso di “verificare”.

Renzo Trappolini

26 maggio, 2011 - 16.51