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Risveglio deturpato, un gesto gravissimo

<p>Francesco Mattioli</p>

Francesco Mattioli

- C’era da aspettarselo.

Che il Risveglio potesse essere oggetto di comportamenti incivili da parte di certi viterbesi era nell’ordine delle cose. E non mi riferisco alla goliardata di Casa Pound, che aveva un senso e ci può stare. Ma l’incuria, le decine di scritte a pennarello, di una idiozia a volte esasperante, che hanno rovinato l’opera, è un segnale di una gravità inaudita, che la dice lunga sulla nostra “cultura” e sul nostro senso civico (fotogallery [1]).

Dice: a Roma il Risveglio non ha subito danni perché si trovava su una rotonda in mezzo al traffico della Cristoforo Colombo e al centro del quartiere monumentale dell’Eur, meta non appetibile per ragazzini e writers dell’ultim’ora, mentre a Faul…

Eh, no, Faul dovrebbe essere un fiore all’occhiello della città, un mio collega americano l’ha definita il piccolo Central Park di Viterbo, quindi non dovrebbe dare spazio agli incivili e ai vandali, né tanto meno dovrebbe essere lasciata nell’abbandono. E’ solo sperabile che un giorno, quando la valle sarà bonificata con l’edificazione di strutture di servizio in grado di vitalizzare anche di sera l’area, certe “imprese” possano essere oggetto di controllo ed evitate.

Perché comunque c’era da aspettarselo? Per due motivi.

Intanto, perché molti dei ragazzi che hanno risposto al questionario sulla sicurezza urbana, nel corso del monitoraggio “Viterbo Città sicura e sodale” avviato dal Comune assieme all’Università Sapienza di Roma, hanno asserito che scrivere sui muri della città non è vandalismo, ma solo divertimento e scherzo.

In secondo luogo, perché circa dodici anni fa uno studio della Sapienza sul vandalismo nei confronti dei cartelli stradali decretò la “vittoria” dei vandali viterbesi rispetto ai loro degni compari delle province di Grosseto, Terni, Rieti e Roma nord. La classifica? Da far vergognare: VT 17,7 %; GR 15,5%; Roma nord 15,1%; Terni, 13,3%; Rieti, 12,2%.

Forse occorrerà riflettere su Viterbo città d’arte e cultura.

Francesco Mattioli