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Ater, canoni e vendite in Commissione

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- Canoni troppo bassi che non consentono neanche di coprire le spese di manutenzione, norme troppo rigide sulla vendita degli immobili, molti utenti morosi e ritardo nel pagamento dei crediti da parte della Regione.

Sono queste le principali criticità emerse stamane nel corso di due audizioni con i commissari e i direttori generali delle sette Ater del Lazio effettuate dalla commissione Lavori pubblici e politica della casa del Consiglio regionale, presieduta da Rodolfo Gigli (Udc), presente l’assessore regionale Teodoro Buontempo. La prima audizione ha riguardato l’Ater del Comune di Roma, mentre alla seconda sono intervenuti i vertici della altre sei: le 5 provinciali, più Civitavecchia.

Gigli ha aperto la seduta spiegando che l’audizione è stata richiesta perché “il problema degli alloggi popolari sta assumendo dimensioni preoccupanti: nel Lazio ci sono più di 50 mila famiglie in difficoltà, senza casa.

E’ doveroso da parte nostra capire bene quali siano i problemi e proporre soluzioni adeguate. In commissione abbiamo già due proposte di legge in tal senso e, non appena ci arriverà quella della Giunta, lavoreremo a un testo unico che metta ordine nella materia”.

Dall’audizione è emerso che la situazione più preoccupante sembra essere quella dell’Ater del Comune di Roma, il cui commissario, Bruno Prestagiovanni, ha parlato di “rischio di non poter mantenere la vocazione di tipo sociale dell’agenzia se non viene modificata la normativa vigente”.

In particolare, Prestagiovanni ha spiegato che i canoni sono troppo bassi perché, su un totale di quasi 46mila alloggi, a fronte di un canone mensile medio di 85 euro, l’Ater ne spende in media 116 per i soli interventi di manutenzione. “Se a questo aggiungiamo la rigidità dei criteri fissati dalla legge regionale per l’alienazione degli alloggi – ha detto il commissario romano – rischiamo di dover chiudere l’azienda entro pochi anni, perché vendiamo a un quinto, un sesto e in certi casi pure a un decimo del valore di mercato”.

A tal proposito, Stefania Graziosi, direttore generale dell’Ater capitolina, ha illustrato alla commissione i risultati di una simulazione fatta dai tecnici dell’ente, secondo cui, solo applicando le norme vigenti a Milano, l’azienda romana otterrebbe il pareggio di bilancio. Ma resterebbe comunque il grave problema dei circa 650 milioni di debito con il Comune di Roma per il pagamento pregresso dell’Ici.

L’assessore regionale alle Politiche per la casa, Teodoro Buontempo, ha parlato di Ater determinanti per affrontare l’emergenza abitativa “solo se vengono dotate degli opportuni strumenti normativi e se diminuiscono la quota di dipendenti amministrativi a vantaggio di quelli tecnici. Occorre, inoltre, che i comuni aumentino i terreni destinati alla costruzione di alloggi popolari, che però in futuro dovranno costituire ‘mix abitativi’, composti da inquilini appartenenti a fasce diverse, onde evitare il rischi di creare dei veri e propri ghetti sociali”.

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri: Chiara Colosimo (Pdl), Gianfranco Gatti (Lista Polverini), Francesco Storace (La Destra), Franco Dalia (Pd), Luigi Nieri (Sel) e Fabio Nobile (Fds).