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Regione - Lo annuncia l'assessore regionale Birindelli

Cinipide, chieste 2000 coppie di Torymus

<p>Angela Birindelli</p>

Angela Birindelli

- “Ho già richiesto all’Università di Torino oltre 2000 coppie di Torymus da lanciare nella primavera del 2012, in aggiunta a quelle che produrrà il Centro di Moltiplicazione del Torymus di Caprarola, per contrastare la diffusione del cinipide e tutelare il settore castanicolo regionale”. Lo annuncia l’assessore alle Politiche Agricole della Regione Lazio, Angela Birindelli, durante il convegno che si è tenuto oggi a Vallerano sulla crisi della castanicoltura.

Il programma triennale di lotta biologica al cinipide del castagno, avviato quest’anno dalla Regione Lazio su richiesta dei produttori dopo anni di latitanza istituzionale, ha già visto nel 2011, il lancio di 660 coppie di Torymus, in aree strategiche per coprire, in maniera sperimentale, tutte le province del Lazio: Pescorocchiano, Bassiano, Segni, Palestrina, Bassano Romano e Caprarola.

Inoltre, è stato prontamente aperto il Centro di Moltiplicazione del Torymus nell’Azienda Sperimentale Arsial di Caprarola per rendere il Lazio autosufficiente circa il reperimento del Torymus da introdurre nei castagneti regionali nel prossimo futuro. All’interno del Centro sono state impiantate oltre 150 nuove piante di castagno e allestito un laboratorio di moltiplicazione con 120 incubatrici, nelle quali tra dicembre 2011 e marzo 2012 verranno inserite circa 10 mila ‘galle’. Una procedura che si prevede darà vita nel giro di 2 anni ad oltre 1000 coppie di Torymus. Un numero destinato a crescere nei successivi anni di allevamento.

“Ulteriori coppie di Torymus – aggiunge l’assessore – saranno finanziate dal Mipaaf e fornite dall’Università di Torino nell’ambito del piano castanicolo nazionale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, alla cui elaborazione la Regione Lazio ha contribuito in maniera determinante per sensibilizzare il Ministero sulla gravità del problema. Inoltre, abbiamo già presentato un progetto per un secondo centro di moltiplicazione del Torymus, oltre a quello di Caprarola, la cui ubicazione è ancora da definire, anche in base alla rimozione della norma che vieta il lancio nelle aree protette ZPS. L’articolo che abroga tale divieto è stato proposto dal Tavolo di settore castanicolo ed è inserito nella legge comunitaria annuale che dovrebbe essere approvata dal Parlamento nei prossimi mesi”.

“La lotta biologica – conclude Birindelli – al momento, rappresenta l’unico strumento a disposizione dei castanicoltori per contrastare la diffusione del Cinipide. La Regione Lazio ha subito investito in termini di impegno di personale e di risorse finanziarie per fronteggiare questa emergenza fitosanitaria molto preoccupante. Stiamo lavorando costantemente per intensificare l’azione di lotta e proteggere il settore castanicolo che nel Lazio, con oltre 6.000 aziende, una produzione media regionale di 82,4 mila quintali e un valore medio di 13,4 milioni di euro, ha un’importante valenza economica e sociale”.

27 luglio, 2011 - 15.31