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Torino - Così ha deciso il giudice del Lavoro Vincenzo Ciocchetti

Gli accordi di Pomigliano sono legittimi

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Gli accordi di Pomigliano sono legittimi.

Però la Fiat ha avuto una condotta antisindacale e deve far rientrare la Fiom nella fabbrica campana, concedendole il diritto di rappresentanza.

Così ha deciso il giudice del Lavoro di Torino, Vincenzo Ciocchetti, nella sua sentenza. Un verdetto arrivato ieri in tarda serata, dopo un’udienza durata sette ore, che accontenta solo in parte azienda e sindacato.

È la fine di un processo avviato dal ricorso che la Fiom ha presentato ad aprile contro la Fiat, al fianco della quale si sono poi schierate in giudizio anche Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Nel mirino della Fiom-Cgil c’era quel contratto di primo livello firmato dall’azienda e dagli altri sindacati il 29 dicembre.

La Fiom chiedeva al giudice di dichiarare illegittima la newco Fabbrica Italia Pomigliano e gli accordi sindacali che l’hanno creata. E soprattutto voleva che Fiat fosse condannata per comportamento antisindacale: “La creazione della Fip – sostiene uno dei legali della Fiom, Nanni Alleva – è stata architettata dalla Fiat con il solo scopo di far fuori il sindacato più scomodo”.

Accuse cui i legali del Lingotto hanno risposto spiegando che non c´è alcuna continuità tra la Fiat e la nuova azienda creata ad hoc per gestire Pomigliano, ma che anzi queste sono due società autonome. Diceva l’avvocato del Lingotto Raffaele De Luca Tamajo, alla vigilia del verdetto: “La creazione della newco di Pomigliano e la sua nascita fuori da Confindustria non sono state volute contro Fiom perché, se anche questa firmasse l’intesa, resterebbe il problema del contratto nazionale: una zavorra che non consente di competere sul mercato globale”.

Poi la sentenza: gli accordi separati sono validi – dice il giudice con grande soddisfazione della Fiat – ma la Fiom va riammessa alla vita sindacale della fabbrica anche se contraria all´intesa. Per Raffaele De Luca Tamajo “c’è soddisfazione per la prima metà della sentenza, ma è incomprensibile la seconda parte, che contrasta con l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. Faremo ricorso”.

17 luglio, 2011 - 10.48