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Sanità - Intervengono i consiglieri Pd Foschi e D'Annibale

Muore dopo 21 ore di attesa

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“Va aperta subito un’inchiesta sulla situazione drammatica in cui versano i pronto soccorso dei grandi ospedali romani e del Lazio”.

E’ quanto dichiarato dei consiglieri Pd Enzo Foschi e Tonino D’Annibale in seguito alla morte di un paziente al Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) del San Camillo dopo 21 ore di attesa.

“Chiediamo lo facciano subito le Commissioni parlamentari – spiegano i due consiglieri – presiedute da Leoluca Orlando e Ignazio Marino, chiediamo che intervenga il Prefetto e la Magistratura. Gli organi istituzionali che dovrebbero farlo, infatti, sono latitanti anche se ne portano per intero la responsabilità politica e amministrativa.

La Polverini presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta, fa finta di non conoscere il problema, la Commissione sanità regionale è una sorta di lezioso soprammobile. Il direttore generale è lasciato solo ad affrontare una situazione insostenibile e non riceve risposta alle richieste di avere risorse adeguate per non far precipitare la situazione.

Come ha raccontato oggi uno dei piu importanti quotidiani romani, che ha fatto la cronaca di una morte annunciata. L?anziana signora deceduta è solo una di quei  48 decessi  tra i ricoverati con codice verde che si potrebbero registrare nel corso del 2011 al pronto soccorso del S. Camillo, uno dei dipartimenti d?emergenza più importanti per la Capitale e per il Lazio.

Oggi quella struttura d?avanguardia è ridotta ad un reparto di degenza e con il personale tanto ai minimi termini da non essere oggettivamente in grado di valutare con la dovuta attenzioni tutti i casi. Che questo potesse accadere esattamente nelle modalità in cui è accaduto, è  scritto in modo chiarissimo in un rapporto presentato dai medici dell?ospedale aderenti al sindacato Anaoo-Assomed lo scorso 14 luglio.

Nel documento si dice, con tanto di grafico esplicativo, che nel 2005  i decessi di persone classificate con codice verde, cioè con patologie non gravi, sono stati solo  3, nel 2010 ,27 e nel 2011 potrebbero essere 48. La conta è iniziata, ma credo sia dovere delle istituzioni non  farla proseguire. Può darsi anche sia vero che la signora non poteva essere salvata visto il suo quadro clinico complessivo, ma è fatto che la diagnosi è stata fatta molte ore dopo il suo ingresso in ospedale”.

31 luglio, 2011 - 18.55