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“L’ho tradita ma non l’ho ammazzata”

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“L’ho tradita ma non l’ho ammazzata”.

Così Salvatore Parolisi nella lettera scritta dal carcere alla giornalista di Quarto Grado.

“In termini di legge – continua Parolisi – il tradimento non costituisce nessun reato, allora non mi spiego il motivo della mia permanenza qui, in carcere”.

Il caporal maggiore accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea scrive dal carcere di Teramo. Un testo che indirizza alla giornalista di “Quarto Grado”, Ilaria Mura Delitala e al marito; e che anticipa oggi da Tgcom.

“Sono sommerso dall’odio – dice – mi sta mancando la voglia di vivere. A volte chiudo gli occhi e rivedo tutta la mia vita, partendo da quelle immagini del mio matrimonio che voi avete trasmesso in tv (a Quarto Grado), Beh cosa vedo io? L’immagine di un ragazzo con lo sguardo smarrito che con un sì segna il suo destino… Perdo la linfa della vita, mi vengono tarpate le ali”.

Poi un pensiero alla figlia, e a cosa sta provando. “Adesso sono un ragazzo sommerso dall’odio, frustrato, debole, che affonda nel suo sgomento il suo dolore.
“Mi sta mancando – prosegue – la voglia di vivere, penso che forse sarebbe stato meglio che avessero ammazzato me quel giorno. Mi mancate tutti, Melania, Vittoria, la mia famiglia, gli amici, la mia vita”.

Infine un racconto delle sue giornate in carcere. “Le mie lunghe e interminabili giornate le trascorro leggendo scrivendo e pregando con quella poca fede ancora rimastami e con l’aiuto di persone estranee che mi inviano lettere per offrirmi la loro solidarietà. Non tutti mi hanno già condannato. Dirvi come sto io adesso solo Dio lo sa, ma sono un combattente…”