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Politica - Giorgio Napolitano chiede spiegazioni sulla tenuta della maggioranza

Governo, le preoccupazioni del Colle

Governo, le preoccupazioni del Colle.

Azione delle procure. Intercettazioni. Processo Mills. Declassamento di Standard & Poor’s. Una doccia fredda per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi che ha definito la decisione dell’agenzia di rating americana “tutta e soltanto politica”.

I suoi consiglieri hanno analizzato le motivazioni del verdetto di condanna. L’agenzia ha fatto sapere di aver considerato “soltanto i fattori politici, senza assegnare alcun punteggio ai fondamentali dell’economia come la struttura economica, la bilancia commerciale e la politica monetaria“.

Grande preoccupazione per il deficit di credibilità del governo è stata espressa dal capo dello Stato, che in queste ore ha intensificato i suoi colloqui politici al Quirinale. Una serie di incontri, prima con Casini, poi con Bersani. E nella giornata di ieri anche con Maroni e i capigruppo del Pdl Gasparri e Cicchitto.

Quest’ultimo incontro era stato chiesto sabato scorso dal Pdl per sottoporre al capo dello Stato il problema della “competenza” della procura di Napoli a indagare su Lavitola e Tarantini. Ma ieri di questo non si è parlato, anche perché nel frattempo i pm hanno inviato l’inchiesta a Roma.

Argomento centrale dell’incontro sarebbe stata proprio la tenuta della maggioranza, presa di mira ieri da ben cinque votazioni a Montecitorio su un provvedimento del ministro Prestigiacomo. Napolitano ha chiesto spiegazioni sullo sfarinamento del Pdl, dove si sono contati quaranta quattro assenti.

I due capi gruppo, dal canto loro, si sono detti tranquilli. Le ripetute sconfitte in aula sarebbero attribuibili soltanto a una “trascuratezza dei singoli deputati, convinti che la loro presenza non fosse necessaria”.

Napolitano ha esposto le sue preoccupazioni anche agli esponenti dell’opposizione, chiedendo loro fino a che punto fossero disposti a farsi coinvolgere in un governo di emergenza nel caso fosse indispensabile.

Pierluigi Bersani avrebbe avanzato la richiesta di elezioni subito, dichiarando che il Pd sarebbe pronto a “servire il Paese per fronteggiare la crisi, ma solo se ci sarà una novità politica” (cioè un passo indietro del premier). Analoga dichiarazione per Pier Ferdinando Casini. Napolitano, ha detto sibillino il capo dell’Udc, “non ha la possibilità di fare quello che tutti noi vorremmo e forse in privato vorrebbe anche lui, ovvero sostituire Berlusconi. Tuttavia il suo silenzio non è inoperoso”.

 

 

21 settembre, 2011 - 9.28