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Economia - Saccomanni resta in pole

Governo, stallo su Bankitalia

Fabrizio Saccomanni

Fabrizio Saccomanni

Governo, stallo su Bankitalia.

Rischia di vacillare la tregua tra Berlusconi e Tremonti. Servirà ancora del tempo per conoscere il nome del nuovo governatore della Banca d’Italia e superare l’impasse sulla successione a Mario Draghi.

Entro la prossima settimana, infatti, sarà convocato un vertice della maggioranza per tentare di sciogliere il nodo. La partita si gioca tra il direttore generale di palazzo Koch, Fabrizio Saccomanni, fortemente sostenuto da tutta la struttura interna, e quello del direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, che ha l’endorsement del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

A riprendere quota, nelle ultime ore, però c’è anche la candidatura di Lorenzo Bini Smaghi, componente del board della Bce, che ha promesso di lasciare il proprio incarico in concomitanza con l’arrivo di Draghi alla presidenza dell’Eurotower.

Non mancano comunque le possibili sorprese per la successione di Mario Draghi. Di sicuro tra i papabili c’è Mario Monti, che mercoledì 28 settembre si è incontrato con Draghi. E tra i candidati resta anche l’attuale vicedirettore generale di Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Non c’è fretta per la nomina, dato che Draghi non traslocherà alla Bce fino al primo novembre. C’è dunque ancora un po’ di tempo per studiare l’evolversi della situazione. Berlusconi, nel corso del vertice di maggioranza che si è tenuto ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli, secondo quanto riferito dai presenti, ha detto che la questione va risolta in tempi rapidi e che è necessario un accordo politico prima di presentare un nome.

Alza la voce, invece, l’opposizione. “All’irresponsabilità della maggioranza sembra non esserci fine – ha commentato Stefano Fassina, responsabile economia del Pd -. Con l’ipotesi di un vertice di maggioranza per decidere il nome del candidato a Bankitalia, Berlusconi, Tremonti e Bossi continuano a dimostrare di non aver ancora compreso le ricadute del loro comportamento sulla credibilità del nostro Paese e, di conseguenza, sulla possibilità per l’Italia di uscire dalla crisi“.

 

 

 

30 settembre, 2011 - 9.26