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Economia - Presentati al senato gli emendamenti al provvedimento

Manovra, carcere per i grandi evasori

Giulio Tremonti

Manovra, carcere per i grandi evasori.

Si inasprisce la lotta ai reati fiscali, negli emendamenti del governo alla manovra economica presentati in Senato, con il carcere per chi evade il Fisco per una cifra superiore a tre milioni di euro.

“Qualora l’imposta evasa o non versata sia superiore a tre milioni di euro – si legge infatti nell’emendamento firmato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dal relatore Antonio Azzolini – non trova applicazione l’istituto della sospensione condizionale della pena” prevista dal codice penale.

I comuni inoltre potranno pubblicare online sui propri siti i dati delle dichiarazioni dei redditi di “categorie di contribuenti o di redditi”.

L’emendamento alla manovra presentato dal governo prevede poi l’obbligo di indicare, nelle dichiarazioni dei redditi le banche con cui si ha rapporto. “Nelle dichiarazioni dei redditi – ha spiegato Tremonti – dovranno essere indicate le banche con cui hai rapporti. Questo costituirà un effetto di detenzione in più perché un conto è dichiarare i redditi e un conto è la banca“.

Salta invece, come già stabilito nel vertice di Arcore, il contributo di solidarietà del cinque per cento per i redditi sopra i 90mila euro e del dieci per i redditi oltre i 150mila.

Novità per quanto riguarda i piccoli comuni. Il governo ha deciso la “messa a fattor comune obbligatoria” delle attività dei comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti, il che significa che dovranno unirsi per gestire tutte le funzioni amministrative.

I comuni più piccoli si dovranno aggregare in Unioni di almeno di 5mila abitanti, tremila per i comuni delle unità montane. Le istanze di aggregazione dovranno essere presentate dai comuni entro sei mesi dall’approvazione della legge di conversione del decreto. Gli organi delle nuove unioni sono il consiglio, il presidente e la giunta. Il consiglio sarà composto,inizialmente, da tutti i sindaci e due consiglieri per ciascun comune.

Durissimo anche il giudizio di Confindustria. Gli industriali, con una nota diramata al termine della riunione del direttivo a Milano, hanno espresso “forte preoccupazione per come viene affrontata la grave situazione della finanza pubblica italiana e della ripresa della crescita”.

 

2 settembre, 2011 - 9.28