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Riesame: “Berlusconi pagò Tarantini”

Silvio Berlusconi

- Il ruolo di Silvio Berlusconi all’interno dell’inchiesta Tarantini si capovolge dopo la ricostruzione del Tribunale del Riesame di Napoli.

Il premier avrebbe avuto “piena e indiscutibile consapevolezza della qualità di escort delle ragazze che gli erano state presentate da Giampaolo Tarantini”.

Così le dichiarazioni dell’imprenditore rilasciate ai magistrati baresi, dove affermava che Berlusconi non sapesse che le donne venivano pagate, “risultano reticenti relativamente al coinvolgimento del premier e a tratti addirittura mendaci, determinando la consumazione del reato 377 bis posto in essere da Silvio Berlusconi”.

L’inchiesta per estorsione era stata avviata dai magistrati di Napoli contro Giampaolo Tarantini, la moglie Nicla e il faccendiere Valter Lavitola.

Secondo le ricostruzioni del Riesame “si può affermare che sin dallo scoppio della vicenda Tarantini a Bari, Berlusconi ha sostenuto economicamente Tarantini e la sua famiglia assicurando loro un elevato tenore di vita, una valida difesa legale e una serie di ulteriori utilità – non ultima la possibilità di ottenere un lavoro per procurargli il quale il premier si è adoperato personalmente – corrisposte sempre attraverso il tramite di Lavitola”.

Il premier lo avrebbe fatto per non “porre in pericolo la sua immagine pubblica”.

E si legge ancora. “Berlusconi si avvaleva esclusivamente della collaborazione di una terza persona, Lavitola, quale intermediario nella gestione del rapporto. Le modalità e i tempi di consegna del denaro venivano quasi sempre concordati telefonicamente in maniera “cifrata” proprio al fine di impedire che si potesse ricostruire, attraverso l’eventuale ascolto delle conversazioni, l’avvenuto “accordo” sulla dazione di denaro”.