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Regione Lazio - Il rapporto di Legambiente

Edilizia scolastica, Viterbo al 54esimo posto

Ecosistema Scuola di Legambiente: quasi una scuola su tre (31%) necessita di interventi di manutenzione urgenti tra Frosinone, Latina e Viterbo.

In classifica Frosinone scende al 16° posto, Latina al 42° e Viterbo in coda (54°); il Comune di Roma presenta dati incompleti mentre Rieti non invia le schede.

Una scuola su tre (31%) necessita di interventi di manutenzione urgenti, quasi il 48% ne ha avuti negli ultimi 5 anni, con una spesa media di circa 13.500 euro per gli interventi di manutenzione straordinaria e di circa 3.800 euro per quelli di manutenzione ordinaria.

Nessun edificio scolastico è stato costruito secondo criteri di bioedilizia e soltanto uno su quattro (il 26%) secondo criteri antisismici. Ecco, in sintesi i risultati della XII edizione di Ecosistema scuola di Legambiente, l’indagine sulla qualità dell’edilizia scolastica, riferita nel Lazio ai soli capoluoghi di Frosinone, Latina e Viterbo, visto che Roma e Rieti hanno fornito dati talmente incompleti da non entrare in classifica.

Perde otto posizioni Frosinone piazzandosi al 16° posto, Latina scende di una attestandosi al 42° posto mentre Viterbo, che l’anno scorso aveva presentato dati incompleti, si colloca quest’anno al 54° posto della graduatoria. Nei tre capoluoghi si rileva una popolazione di 19.650 studenti suddivisi in 124 edifici, di cui solo l’11% è stato realizzato tra il 1990 e il 2009, mentre la stragrande maggioranza (47%) tra il 1974 e il 1990 ed un buon 34% addirittura tra il 1940 e il 1974.

E’ ancora lontana dalla totalità la percentuale di edifici che possiede il certificato di prevenzione degli incendi (60%) e quella relativa ai casi certificati di presenza di amianto (solo lo 0,81% a fronte di una copertura totale di monitoraggi realizzati). Tuttavia, nei tre capoluoghi poco più della metà degli edifici scolastici (53%) ha una palestra, mentre quasi tutti (93%) hanno un giardino.

Non va male, invece, il fronte delle certificazioni: la totalità degli edifici scolastici presenti a Frosinone, Viterbo e Latina possiede il collaudo statico, la certificazione igienico-sanitaria e le porte anti-panico e quasi il 96% è dotato di impianti elettrici a norma, ma solo l’86% ha il certificato di idoneità statica e l’80% quello di agibilità e uno scarso 20% ha effettuato interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

“Continua ad esserci troppa disattenzione per le scuole del Lazio, il Comune di Roma non riesce nemmeno a presentare i dati completi e neppure Rieti invia le schede necessarie, dimostrando una gravissima assenza di controllo su un tema tanto importante quanto delicato – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Un edificio su tre continua ad aver bisogno di interventi urgenti di manutenzione, non ci si può ricordare delle scuole solo quando succedono disastri e crolli.

Il futuro della scuola – aggiunge – passa anche dalla qualità delle strutture, per questo preoccupa la diminuzione degli investimenti in manutenzione ordinaria, segno di mancata attenzione delle istituzioni sugli interventi programmati nel tempo. Bisogna puntare sullo svecchiamento degli edifici, sulla messa in sicurezza, nonché su pratiche di sostenibilità, raccolta differenziata, risparmio energetico e fonti rinnovabili, incrementando anche in questo settore l’occupazione verde.”

Passando ad analizzare le pratiche eco-compatibili adottate negli edifici scolastici, l’85% delle scuole fa la raccolta differenziata della carta, mentre la plastica resta ferma al 64%, il vetro ottiene uno scarso 8% e l’alluminio addirittura solo il 3%; anche la raccolta dell’organico si attesta a un misero 8%; migliora, invece, il riciclo di toner e cartucce per stampanti (quasi al 30%) e, pur timidamente, quello delle pile.

Cala, infine, il dato relativo alle fonti di illuminazione a basso consumo, che vengono utilizzate soltanto nel 55% degli edifici, ma anche la diffusione di fonti di energia rinnovabile resta ferma al 10%.

Per quanto riguarda, invece, servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, il 40% di esse usufruisce di scuolabus e in quasi il 70% delle mense scolastiche vengono serviti pasti biologici (solo nel 21% dei casi, invece, i pasti sono interamente biologici); purtroppo, però, la maggioranza (58%) delle mense continua ad utilizzare piatti in carta o plastica, a fronte di uno scarso 16% che preferisce quelli in Mater-BI, e solo una scuola su tre (31%) preferisce l’acqua del rubinetto a quella imbottigliata. Entrano per la prima volta in classifica le scuole superiori gestite dalla Provincia di Roma, con un piazzamento al 30° posto della classifica nazionale per le scuole di secondo grado.

“La situazione nelle scuole nel Lazio che emerge dai dati di Frosinone, Latina e Viterbo, rimane molto preoccupante, tra tagli del personale e delle risorse. Le strutture sono ormai datate e gli interventi di manutenzione sempre più necessari, per la sicurezza stessa degli edifici – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -. Occorre agire subito per rendere gli edifici scolastici più sicuri, oltre a continuare a favorire le pratiche eco-compatibili e la diffusione di fonti di energia rinnovabile. Per fortuna, nella totalità degli edifici scolastici censiti quest’anno da Legambiente è stato effettuato un monitoraggio sui rischi derivanti da amianto, ma il lavoro svolto deve essere esteso anche alla presenza di radon e ad altri fattori di rischio ambientale quali elettrodotti, emittenti radiotelevisive ed antenne.”

La XII edizione di Ecosistema Scuola è ancora la fotografia più veritiera dello stato dell’edilizia scolastica in Italia, in attesa da decenni ormai della pubblicazione dell’anagrafe scolastica; un importante lavoro che Legambiente svolge grazie alla collaborazione degli EE.LL. proprietari degli edifici scolastici che forniscono i dati utili a costruire un quadro complessivo della qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici nel nostro Paese.

Dal XII Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente il comune più virtuoso risulta essere Trento (1°), seguito da Verbania (2°), Prato (3°), Reggio Emilia (4°) e Pordenone (5°).

 

20 ottobre, 2011 - 18.25