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Economia - La presidente di Confindustria sul decreto Sviluppo

Marcegaglia: “E’ il momento di risposte”

Emma Marcegaglia

Marcegaglia: “Servono risposte”

Sembrano allungarsi ancora i tempi del decreto sviluppo. Il provvedimento era atteso al Consiglio dei ministri di questa settimana, ma con ogni probabilità il dl non sarà pronto per l’appuntamento di Palazzo Chigi. E gli industriali sbottano.

Le imprese, tagliate fuori dai tavoli di confronto dopo il passaggio della gestione del dl dall’Economia allo Sviluppo economico, sono tornate a far sentire per chiedere al governo di accelerare i tempi.

E la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha risposto per iscritto all’editoriale di Francesco Giavazzi pubblicato il 18 ottobre sul Corriere della Sera, in cui sosteneva che fosse proprio viale dell’Astronomia a “impedire le riforme più che mai necessarie nel nostro Paese“.

“La tesi illustrata nell’editoriale di Giavazzi è che Confindustria rappresenta interessi corporativi, che frenano le riforme perché interessati a difendere la codecisione con il governo improntata al do ut des – ha scritto la Marcegaglia -. La seconda tesi è che in questo fronte corporativo comandino le imprese pubbliche.

Il terzo argomento, a conferma, è che sull’articolo 8 della manovra estiva Confindustria avrebbe aggirato e limitato la norma governativa, colludendo con i sindacati perché corporazione difende corporazione, ed entrambe hanno a cuore se stesse e non l’Italia. Fosse vero, sciogliamo Confindustria e l’Italia procederà a vele spiegate. Ma non è vero affatto. Non è vero per niente“.

La presidente degli industriali ha replicato punto per punto al giornalista. “Ritengo che nella gran confusione dell’Italia odierna per ognuno di noi sia aperto un bivio. Il bivio è tra risposte concrete e polemiche inutili”.

Intanto, i ministeri e lo stesso premier, Silvio Berlusconi, sono al lavoro sulle misure, tra cui sembra spuntare come ultima ipotesi quella di un concordato con la Svizzera.

Il nodo da sciogliere resta, però, quello delle risorse. Secondo le ultime indicazioni della maggioranza sarà difficile ottenere un decreto a costo zero, ma, come spiegato anche in questo caso da Berlusconi, “i soldi non ci sono”.

 

19 ottobre, 2011 - 11.51