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Ue - Bruxelles nega la sperimentazione del farmaco di un ricercatore tedesco

No a farmaci da staminali se distruggono embrione umano

- Vietato brevettare farmaci ricavati da cellule staminali se ottenute distruggendo l’embrione umano.

Chiara la sentenza della Corte di giustizia della Ue. Bloccato il brevetto di un ricercatore tedesco che chiedeva di collaudare un medicinale per combattere il morbo di Parkinson.

La Corte di giustizia europea ha infatti stabilito che l’idea di embrione umano “deve essere inteso in senso ampio” e include qualsiasi ovulo fecondato, o anche ovuli non fecondati in cui si sta impiantando però il nucleo di una cellula umana.

Oliver Brustel, il ricercatore tedesco, non potrà quindi sperimentare il farmaco, perché il procedimento prevede la distruzione dell’embrione.

In seguito al ricorso presentato da Brustel, anche il Tribunale federale tedesco in materia di brevetti, si è rivolto alla Corte riportando alla luce una precedente sentenza. In quel caso venne data ragione a Greenpeace e vietata la brevettabilità di procedimenti che partivano da staminali umane.

La Corte ha ribadito che “sin dalla fase della fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un embrione, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo dell’essere umano” si legge in una nota stampa diffusa oggi dalla corte Ue.

I giudici di Lussemburgo hanno inoltre affermato che “deve essere riconosciuta questa qualificazione di embrione umano anche all’ovulo umano non fecondato in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura, e all’ovulo umano non fecondato indotto a dividersi e a svilupparsi attraverso partenogenesi (cioè, la riproduzione asessuata, come quella delle piante)”.

La Corte Ue si è quindi schierata contro questa pratica che vede non brevettabili i procedimenti che portano alla distruzione dell’embrione umano.

 

 

 

 

18 ottobre, 2011 - 17.29