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Il bilancio è di oltre settanta feriti e dodici arresti

Roma devastata dalla guerriglia

La guerriglia a Roma

Roma a ferro e fuoco, oltre settanta feriti e dodici arresti.

Una guerriglia urbana di inaudita violenza quella che ieri ha trasformato piazza san Giovanni in un campo di battaglia attraversato per ore e ore da lanci di bombe carta, petardi e lacrimogeni.

Il bilancio parla di danni ingentissimi ancora da quantificare e di oltre settanta feriti, tre dei quali in maniera grave, circa venti fermati e dodici arresti.

 

Tutto inizia poco prima delle 15 verso la fine di viale Cavour mentre la giornata sembra procedere in maniera pacifica.

Gli estremisti prima sfondano la vetrina di un supermercato, poi incendiano un’auto, poi un’altra e in mezzo spaccano vetri e pompe di benzina. Il camion dei Cobas gli cammina appena dietro e cerca di fermarli.

Il corteo pare che abbia cercato di isolarli, ma non è servito a nulla. Hanno tutti il volto coperto e impugnano mazze e manici di piccone. Assaltano tutto ciò che trovano lungo la loro strada: prima un residence, poi la sede di un’agenzia per il lavoro interinale, poi alcuni uffici del ministero della Difesa e della Guardia di Finanza. Qui riescono anche a sfondare i vetri e ad appiccare il fuoco all’interno degli uffici fino a provocare il crollo del tetto.

Dal Colosseo a piazza San Giovanni, passando per via Labicana e viale Manzoni, fanno assolutamente quello che vogliono: incendiano, spaccano, lanciano bombe carta, terrorizzano chi cerca di fotografarli o riprenderli. L’impressione è che tanta “audacia” impunita faccia da calamita a tutti i violenti potenziali presenti all’interno del corteo, facendo ingrossare le loro fila.

Quando sboccano in piazza San Giovanni e ingaggiano la lunga e feroce battaglia contro le forze dell’ordine sembrano infatti essere diventati molti di più delle poche centinaia viste marciare lungo il corteo.

Interi pezzi di marciapiede vengono divelti, cartelli stradali sono usati come arieti. Un agente resta a terra ferito e i colleghi fanno fatica a metterlo in salvo, malgrado un fitto lancio di lacrimogeni e l’uso di blindati con idranti.

La piazza che di solito ospita le grandi manifestazioni sindacali o il festoso concerto del primo maggio è stata usata come un campo di battaglia dove l’aria è irrespirabile.

16 ottobre, 2011 - 10.40