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Effetto Monti a Piazza Affari

Effetto Monti a Piazza Affari.

Il listino milanese, dopo una buona apertura e un allungo oltre il 2%, sale dello 0,4% mentre gli altri istini del Vecchio Continente viaggiano sulla parità, quando non in terreno negativo (come Parigi che cede lo 0,6%).

In luce Unicredit (+1%) nel giorno del cda su piano e aumento da 7,5 miliardi. Tra i bancari il migliore è Banca Mps (+3%). Debole, invece, Mediobanca. In rosso anche Fiat. Dopo il +5% messo a segno tra giovedì e venerdì, continua (ma con meno intensità) l’effetto-Monti sul listino milanese.

In questo contesto lo spread BTp-Bund è in leggero calo sotto i 450 punti base con un rendimento per i nostri titoli di Stato decennali al 6,4%. C’è attesa per l’asta di BTp a 5 anni, in programma questa mattina.Il lungo week end di UniCredit e i dubbi sull’aumento di capitale fino a 7,5 miliardi

L’euro si conferma in ripresa sul dollaro proseguendo l’andamento innescato venerdì dalla formazione del nuovo governo greco e dai rapidi sviluppi della situazione italiana. La moneta unica si attesta a 1,3764 dollari in avvio dagli 1,3739 di venerdì. Rafforzamento anche sullo yen a 106,118 da 105,97. Attenzione degli operatori per l’asta Btp nella mattinata.

Tonfo di Prelios a Piazza Affari dopo la trimestrale che ha sorpreso in negativo il mercato e la conseguente revisione al ribasso degli obiettivi 2011. Le azioni del gruppo immobiliare cedono il 12,28% a 0,1607 euro con oltre 10 milioni di pezzi trattati a fronte di una media giornaliera inferiore ai 5 milioni. Venerdì sera Prelios ha diffuso i conti dei primi nove mesi che hanno evidenziato una perdita netta di competenza per 152,9 milioni a fronte di un -29,6 milioni di un anno fa determinata.

Il Nikkei ha chiuso con un rialzo dell’1,05%. dopo il rally di Wall Street di venerdì con la schiarita su Italia e Grecia. Sempre sulla seduta odierna, i listini sembrano aver beneficiato poco del dato sul Pil di luglio-settembre che ha visto il Giappone uscire dalla recessione inasprita dagli effetti del devastante sisma/tsunami dell’11 marzo.

L’economia nipponica nel terzo trimestre dell’anno ha segnato un’espansione dell’1,5% in termini reali sui tre mesi precedenti e del 6% su base annualizzata, in sostanziale linea con le attese degli analisti. I dati hanno confermato il recupero pur con fattori negativi quali il superyen, la frenata dell’economia globale che penalizza l’export nipponico e le alluvioni in Thailandia, cuore produttivo della Corporate Japan.

I consumi, che valgono il 60% del Pil, salgono dell’1%, con gli investimenti societari a +1,1% e quelli pubblici a -2,8%.