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Egitto, lunghe code ai seggi

Hosni Mubarak

Egitto, lunghe code ai seggi.

Dieci mesi dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak, circa 45 milioni di egiziani sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. Una consultazione che vede come grandi favoriti i Fratelli musulmani.

A fronteggiarli ci sono decine di partiti salafiti (fondamentalisti musulmani), liberali o di sinistra, la maggior parte di recente formazione e mal organizzati. Numerosi politici dell’ex partito di Mubarak, oggi interdetto, si sono candidati come indipendenti o sotto nuove bandiere.

I seggi si sono aperti alle 8 locali (le 7 in Italia). Il complesso sistema elettorale prevede una suddivisione del Paese in tre regioni che votano una dopo l’altra. Lo scrutinio di oggi riguarda Il Cairo, Alessandria e altri sette governatorati tra i quali Luxor.

Questo significa che il voto per l’assemblea del popolo (la Camera dei deputati) si concluderà l’11 gennaio. In seguito, dal 29 gennaio all’11 marzo, si svolgerà l’elezione della Shura (Camera alta consultiva).

Il precedente Parlamento era stato sciolto durante la rivolta popolare del febbraio scorso che aveva portato alla caduta di Mubarak.

L’esercito, che ha assunto la guida del Paese dopo l’uscita di scena di Mubarak, si è impegnato a restituire il potere ai civili dopo le elezioni presidenziali, in programma nel giugno del 2012.

I seggi si sono aperti in un clima di tensione. Proseguono, infatti, le proteste contro il potere dei militari e gli scontri nel centro del Cairo, poche ore prima dell’avvio delle operazioni di voto sabotatori avrebbero fatto esplodere il gasdotto del Sinai settentrionale che rifornisce Israele e Giordania.

L’impianto era stato attaccato il 25 novembre e quello di questa notte è il nono sabotaggio dall’inizio dell’anno.