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Attraverso la pubblicità istituzionale del governo

Super Mario distratto sui milioni di euro a Mediaset?

di Severo Bruno

Mario Monti

I moti dell’animo nascono improvvisi, generano emozioni prima che la razionalità ne spieghi i motivi, e quindi gli effetti spesso si producono malgrado ogni contraria giustificazione logica.

Così è stato per Super Mario in compagnia di Bruno Vespa. E’ bastato vederli insieme per sentire che nulla di importante era cambiato, e comunque che non era ancora il caso di attendersi chissà quale cambiamento. Il contesto, come diceva un monsignore, è davvero importante.

A prescindere dagli effetti psicologici e pubblicitari, quella iniziativa comunque è stata del tutto errata, ha esposto Super Mario a rischi eccessivi, contro ogni pur lodevole intenzione di comunicare. Perciò, consiglio l’immediata cacciata dallo staff di colui che ha avuto la bella idea.

Altrettanto sconsiderata e clamorosa è apparsa l’iniziativa del ministro Passera che ha nominato rappresentante personale in Afghanistan il suo predecessore Romani, finora noto solo come specialista della pubblicità in tv e come puntuale difensore dell’impero televisivo padronale.

Forse non sono gravissimi, ma sono pur sempre errori fastidiosi che incidono sull’immagine del nuovo governo e sulla sua credibilità.

Un altro errore urticante è il non aver immediatamente stoppato la pubblicità istituzionale della presidenza e dei ministeri, centrata con tono buonista e accattivante sui buoni sentimenti. L’ultima campagna in atto è patrocinata dalle Agenzie delle entrate contro gli evasori fiscali, definiti “parassiti”.

Sembra tutto giusto e vero, se non fosse che ogni campagna istituzionale è un vero e proprio Bancomat per Mediaset (Pubblitalia).

Ogni passaggio in televisione, infatti, per la Rai, trattandosi di servizio pubblico, vuol dire sottrazione gratuita di spazio pubblicitario, per Mediaset pagamento a tariffaCon questo giochino sono stati pagati finora milioni di euro alla emittente privata.

Pensate al governo precedente ed al dirigente del servizio presso la Presidenza del consiglio, quando decideva una qualsiasi campagna pubblicitaria. Da morire dal ridere, per loro.

Infatti, il presidente della Rai Masi proveniva proprio da quella dirigenza prima di ricevere il prestigioso incarico.

Intervenga subito Super Mario e affidi i provvedimenti del governo alla serietà e all’efficacia delle misure adottate. La pubblicità non sempre è progresso.

Severo Bruno

 

19 dicembre, 2011 - 2.42