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Economia - Parte il piano di governo

Nuovi assunti senza articolo 18

Corrado Passera

Corrado Passera

Nuovi assunti senza articolo 18.

Il governo sposa la linea della Bce, dimezzando la linea anti licenziamenti.

“Affronteremo tutti i problemi. Anche quello della flessibilità in uscita. E vi sorprenderemo”. Ad affermarlo, davanti ai potenti dell’economia globale riuniti a Davos, è Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico.

Il ministro, ex banchiere, sa che sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori servono soluzioni chiare, non necessariamente traumatiche. Comunque comprensibili in Europa.

Ad agosto la Bce, la Banca centrale europea aveva indicato tra i compiti anche quelli di superare, da una parte, il dualismo nell’attuale mercato del lavoro italiano, e, dall’altra, l’anomalia del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa.

La lettera arrivata da Francoforte è un vincolo forte per il governo tecnico di Roma. Lo confermato anche il premier Mario Monti quando ha sostenuto che non possono esserci tabù nel momento in cui si avvia un negoziato per la riforma del mercato del lavoro. Lo ha ribadito anche Passera a Davos.

La via che si cerca di battere è quella all’insegna dell’equilibrismo, tra ostacoli sindacali, pressione delle imprese, preoccupazione opposte dei partiti che sostengono l’esecutivo e vincoli europei.

L’articolo 18 non sarà toccato per i lavoratori che oggi ne sono tutelati. Questa, ormai, sembra una certezza. Il premier Monti lo ha affermato anche nel suo discorso programmatico in Parlamento. Cgil, Cisl e Uil, inoltre, non potrebbero mai far passare una riduzione delle protezioni per chi le ha, tanto più che si tratta di una quota di lavoratori che costituisce la maggior parte dei loro iscritti, gli stessi che hanno già subìto il superamento delle pensioni di anzianità e l’allungamento dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Si profila, invece, uno scambio per i giovani precari, categoria centrale nella riforma del governo. Pare che per chi viene assunto con un contratto a tempo indeterminato, provenendo dal bacino della precarietà non sarebbe previsto il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa (è quanto stabilisce l’articolo 18 che viene considerato un’anomalia tra i paesi europei) ma un risarcimento economico (esattamente ciò che suggeriva la Bce nella lettera estiva).

Un risarcimento che crescerebbe con l’anzianità di lavoro. Resterebbe in ogni caso il divieto di licenziamenti discriminatori legati al sesso, alla religione, alla razza e così via.

A nessun lavoratore attualmente occupato verrebbe tolto un diritto. E il governo risponderebbe alle richieste della Bce.

 

 

30 gennaio, 2012 - 10.13