Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Tv - Il commento di Lorenza Lei

Clausola gravidanza, interviene la Rai

Lorenza Lei

- Lorenza Lei, direttore generale della Rai fa sapere che “ non ha alcuna difficoltà a togliere” la clausola sulla maternità dai contratti “per una diversa formulazione che non urti la suscettibilità fatta salva la normativa vigente che non è nella disponibilità della Rai poter cambiare”.

La clausola sarebbe contenuta nel contratto di consulenza che la Rai fa ai collaboratori esterni a partita Iva in cui si riserverebbe di terminare il contratto se una lavoratrice dovesse rimanere incinta e la sua condizione incidesse sul rendimento e sul lavoro. Ma la Rai smentisce.

“La Rai – si legge nel comunicato di viale Mazzini pubblicato su Repubblica – si vede costretta a tornare sulla vicenda relativa alla tutela della maternità, intorno alla quale, nonostante i chiarimenti già forniti nella giornata di ieri, la confusione regna sovrana, al punto da far dubitare che tutti coloro che ne parlano o ne scrivono siano animati da assoluta buona fede”.

“I cosiddetti precari – afferma ancora l’azienda- della Rai sono i collaboratori legati all’Azienda da contratti di lavoro subordinato a tempo determinato e godono, tutti, delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori, quelle riferite alla maternità incluse. Al riguardo, giusto per evidenziare l’atteggiamento della Rai nei confronti del precariato, val la pena di aggiungere che la Rai è stata se non la prima, tra le prime aziende ad assicurare stabilità ai precari, garantendo loro un numero di mesi minimo di lavoro all’anno, nonchè l’assunzione a tempo indeterminato al maturare di determinati requisiti temporali. Questo ben da prima che intervenisse una legge dello Stato a regolare la materia, e, inoltre, addirittura riconoscendo i periodi di assenza per maternità come periodi lavorati validi ai fini della maturazione dei requisiti per il diritto alla garanzia di impegno”.

Vi sono anche, si spiega nella nota della Rai, lavoratori autonomi che non godono delle tutele previste dallo statuto dei lavoratori “per scelta del legislatore e non certo della Rai”.

“In ogni caso – si legge alla fine -, onde evitare inutili strumentalizzazioni ad ulteriore testimonianza che la clausola in contestazione non ha il rilievo che le viene attribuito la direzione generale non ha alcuna difficoltà a toglierla dai contratti per una diversa formulazione che non urti suscettibilità fatta salva la normativa vigente che non è nella disponibilità della Rai poter cambiare”.

 

21 febbraio, 2012 - 13.41