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L'opinione di un candido democristiano Renzo Trappolini

Sanremo e l’altro Santo…

Renzo Trappolini

- Poco resterà della polemica tra cristiani a Sanremo, dove, per la verità storica, Celentano ha un po’ esagerato accomunando Giuda, che ha pagato senza poter spendere i trenta denari, e chi fa affari in nome del Signore e se li gode.

Fatti loro, si potrebbe dire, se però la Rai avesse previsto (o gli altri avessero chiesto) la replica di qualche vescovone, come dice Bossi, o, almeno di qualcuno di Avvenire o Famiglia Cristiana.

Applausi, comunque, all’uomo di spettacolo e… di marketing;staremo a vedere se il dibattito proseguirà nelle sedi giuste.

Luogo e momento giusti, ad ogni modo, non erano il teatro Ariston e le antenne del festival per raccontare al mondo, con La Cumbia di chi cambia che, a venti anni da Mani Pulite: “i funzionari dello stato italiano/ si fanno prendere spesso la mano/ inizian bene e finiscono male/ capita spesso che li trovi a rubare/ e fanno cose che stan bene solo a loro/ abbandonano ogni tipo di decoro…”.

Ecco, questo non è accettabile; non si può fare di tutt’un’erba un fascio. I cristiani – e Celentano lo è – sanno, perché è scritto nel Vangelo, che tra il grano cresce anche il loglio che è una pianta cattiva. Ma nei campi sono molte di più le spighe, come nello stato i “funzionari” onesti sono certamente più degli altri.

La corruzione, al pari del loglio, non è pianta eliminabile, ma limitarne la crescita, questo sì che si può fare ed è compito dello stato e dei suoi rappresentanti se solo dessero al primato della politica – da loro vantato – il significato di impegno a guardare all’interesse generale e non alla protezione di privilegi, clientele, corporazioni, rendite da regolazioni in danno della concorrenza – e dei consumatori – da evasione fiscale. Insomma dei furbi.

La cumbia avrebbe potuto raccontare in mondovisione che l’ Italia sta, invece, cambiando (e niente, per i politici, sarà come prima del governo dei tecnici).

E che gli italiani ce la stanno mettendo tutta, se Merkel e Sarkozy, solo ieri irridenti, fanno oggi le “preriunioni” degli organismi europei con Monti e se Obama punta sull’Italia per smussare gli egoismi nazionali tedeschi, francesi ed inglesi, passo importante verso il superamento della crisi.

Celentano ha perso una buona occasione per cantare quest’Italia. Peccato!

Renzo Trappolini

 

21 febbraio, 2012 - 1.17