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Consiglio regionale del Lazio - Se ne è parlato in seduta straordinaria alla Pisana

Crisi occupazionale ed economica

- Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese, si è riunito oggi per una seduta straordinaria dedicata alla crisi economica che sta attraversando il sistema produttivo del Lazio, con gravi ripercussioni sulle imprese e sui livelli occupazionali.

Decisione presa all’unanimità dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari di unire due richieste di sedute straordinarie:una, primo firmatario Francesco Saponaro, sulla crisi delle imprese; l’altra, primo firmatario Luigi Nieri, sull’emergenza occupazionale.

Proprio a loro due il presidente Abbruzzese ha dato la parola in apertura di seduta per introdurre gli argomenti oggetto del dibattito in Aula.

Il presidente della commissione Pmi, commercio e artigianato, Francesco Saponaro, ha esordito con un invito a “fare una riflessione chiara, in un modo concreto, andando incontro alle piccole e medie imprese, che sono il fulcro della nostra regione e che si attendono molto da noi, dalle nostre leggi, dai nostri provvedimenti e dalla nostra sensibilità”.

Tra i motivi che stanno alla base dell’attuale crisi, Saponaro si è soffermato su due in particolare: il ritardo dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e i difficili rapporti con le banche. “I primi – ha spiegato – influiscono sulla liquidità e sulla competitività delle imprese. L’Europa è intervenuta con la Direttiva n. 7 del 16 febbraio 2011 che ha fissato termini perentori entro cui pagare le imprese, ma le motivazioni che spingono regioni ed enti locali a ritardare i pagamenti risiedono nei mancati trasferimenti da parte dello Stato e nei vincoli rigidi contenuti nel patto di stabilità, su cui occorrerebbe fare una riflessione”.

Sul problema dell’accesso al credito bancario, Saponaro ha detto che occorre stabilire bene i parametri e quali sono i settori produttivi su cui puntare. “Sono stati attivati 33 milioni di euro attraverso fondi si garanzia, ma questo non basta.

E’ necessario che l’iniezione di liquidità ricevuta recentemente dall’Europa venga riversata al più presto nel territorio per rilanciare le attività produttive”. Sulle azioni da intraprendere, infine, Saponaro ha citato lo Small business act “votato all’unanimità e in poco tempo, prima Regione in Italia, che va presto reso operativo. Ma ora occorre uno sforzo in più. Serve procedere alla cantierizzazione di nuove opere pubbliche perché si tratta di un volano importante per rimettere in moto l’economia”.

Luigi Nieri ha aperto il suo intervento spiegando le ragioni della richiesta del Consiglio straordinario sulla crisi occupazionale: “La richiesta nasce dalle numerose vertenze che si sono succedute negli ultimi mesi nel Lazio. Penso in particolare a quelle dei lavoratori della Servirail, ex Wagon Lits, dell’Argol, della Sigma Tau, della Ritel, della Technicolor. Vertenze diverse fra loro che hanno avuto esiti diversi, ma tutte effetto della crisi e della selvaggia precarizzazione del mondo del lavoro”.

“Quest’aula – ha proseguito Nieri – è chiamata a inviare alla cittadinanza e al mondo del lavoro e dell’impresa un segnale inequivocabile, attraverso la costruzione di un percorso volto a sostenere e rilanciare l’economia locale, l’occupazione, la produttività delle piccole e medie imprese del nostro territorio che, in buona parte, sono microimprese o realtà imprenditoriali di dimensioni ridotte.

L’ultimo rapporto, in ordine di tempo, sugli effetti della crisi sul tessuto occupazione e sociale del Lazio, realizzato dalla Cgil Roma e Lazio sulla base dell’elaborazione dei dati Inps, Istat e Unioncamere parla di 1 milione e 200 mila tra disoccupati, precari, cassintegrati e nuovi poveri”.

Nieri ha poi citato i dati del rapporto Eures nel Lazio, secondo cui sono stati 362 nel 2010 i suicidi dei disoccupati, rispetto ai 357 casi del 2009 e alla media di 270 accertati nel triennio precedente.

Infine, Nieri ha invitato la giunta regionale a fare di più in questa fase emergenziale: “Il ruolo della Regione in questa crisi non può limitarsi alla gestione delle vertenze e alla concessione della cassa integrazione, che nel Lazio cresce dell’83,6%, da 11,3 a 20,8 milioni, dato sensibilmente maggiore del nazionale. Manca una seria programmazione e mancano gli interventi per la tutela dell’occupazione e della buona occupazione, manca un piano per il sostegno del tessuto produttivo laziale, sono stati completamente cancellati importanti strumenti di welfare, a partire dal reddito minimo garantito, introdotto dalla precedente giunta regionale”.

18 aprile, 2012 - 15.18