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James Cameron e Google, cacciatori di minerali nello Spazio

 - Sfruttare gli asteroidi presenti nel nostro sistema solare come fonte alternativa di minerali. Questo il progetto all’avanguardia presentato da James Cameron, da poco tornato da un’esplorazione alle Fosse delle Marianne, ed i padri di Google, Larry Page e Sergey Brin.

La devastazione che potrebbe portare la caduta di un asteroide sul nostro pianeta ha da sempre ‘angosciato’ la fantascienza, ma ora, più che temerli, l’uomo sembra esserne attratto, riconoscendo in quelle masse rocciose un reale potenziale economico.

La scoperta del primo asteroide, il più grande, chiamato Cerere, risale al lontano 1801, grazie all’astronomo italiano Cesare Piazzi. Mentre la prima teoria, pura fantascienza, sullo sfruttamento degli asteroidi da parte dell’uomo viene attribuita allo scrittore Konstantin Tsiolkovskii che pubblica nel 1903 ”The exploration of cosmic space by means of reaction motors”.

Oggi non è più fantascienza, ma realtà probabile e tangibile, almeno quanto la commercializzazione dei viaggi spaziali, o l’affidamento a privati dei lanci di routine della Nasa.

Cominciare a progettare una missione di cattura di un asteroide per poterne poi sfruttare le risorse minerarie non è cosa del tutto impossibile. A dimostrarlo, una recente indagine svolta dalla Nasa nel 2010.

Si legge dal rapporto che attualmente ci sarebbero buone probabilità di poter progettare la cattura di una formazione rocciosa solida di 7 metri di diametro, con una massa fino a 500.000 chili (teniamo presente che nella missione Apollo sulla Luna, l’uomo è riuscito a portare sulla Terra solo 382 Kg di materiale). I rapporti su queste indagini sarebbero stati condivisi con il trio di investitori, che si distinguono nuovamente per il loro genio estroverso.