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Economia - In giornata la presentazione del progetto elaborato da GIarda

Piano tagli alla spesa in cdm

Il ministro Piero Giarda

Il ministro Piero Giarda

Piano Spending review in cdm.

Scuola, ministeri, carabinieri, tribunali e prefetture. Sono questi temi centrali del piano sui tagli alla spesa pubblica che in giornata sarà presentato al consiglio dei ministri. Il progetto di Monti tenta di evitare il secondo aumento dell’Iva previsto a fine anno e che potrebbe contrarre ancora di più i consumi. Anche se mancano le cifre, si mira, tra l’altro, a ridurre le prefetture, risparmiare il 15 per cento del miliardo speso per la scuola e tagliare i marescialli in esubero.

Alle linee guida del rapporto sulla spending review ha lavorato il ministro Piero Giarda.

Tra i tagli più difficili e al tempo stesso necessari nel piano di Giarda c’è il ministero degli Interni, a partire dalla riduzione delle Prefetture. Oggi sono una per provincia, per un totale di 103 uffici territoriali. L’obiettivo è quello di lasciarne uno ogni 350 mila abitanti.

Imprescindibile è la questione della Difesa che condivide con gli Interni le forze militari che gestiscono l’ordine pubblico: da una parte i carabinieri e dall’altra la polizia. Come pure la sistemazione dei 30mila marescialli dell’esercito ritenuti in esubero in combinata con il piano di riduzione degli effettivi da 18 mila a 150mila entro il 2024 stilato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

Altro grande contenitore della spesa pubblica è la scuola. Circa il 90 per cento della spesa è destinato agli stipendi,e questi non si toccano. Restano tuttavia margini per aggredire una massa di un miliardo destinata a beni e servizi: con un intervento della Consip (la società di Stato per gli acquisti) si potrebbe risparmiare il 15 per cento.

Obiettivo implicito del piano è quello di blindare il pareggio di bilancio del 2013. Il secondo stadio, strettamente legato al primo, è la diminuzione delle tasse. Se si troveranno risorse attraverso un intervento più incisivo sulla spesa, dunque, si potranno recuperare almeno quei quattro miliardi necessari per disinnescare il temuto aumento dell’Iva al 23 per cento previsto da ottobre.

 

 

30 aprile, 2012 - 9.13