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Economia - La bilancia si sposta quindi dall'austerity alla spesa

Il G20 promette crescita e occupazione

Il G20 promette crescita e posti di lavoro.

I 20 Grandi hanno, infatti, prodotto un piano globale per la creazione di lavoro, obiettivo primario per contrastare gli effetti della crisi economica europea. Posti di lavoro da creare anche attraverso la spesa pubblica, idea alla quale la Germania si è sempre opposta.

La bilancia si sposta quindi dall’austerity alla spesa, e i leader annunceranno un Los Cabos Growth and Jobs Action Plan per raggiungere questi obiettivi. ”Vogliamo promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro”, si legge nella bozza di dichiarazione finale del G20 di Los Cabos.

Una svolta dietro la quale c’è sicuramente la forza degli Stati Uniti e dei paesi Brics, spaventati dal contagio della crisi europea verso i propri Paesi.

Le decisioni del G20 arrivano alla fine di un giorno in cui i mercati non hanno recepito il risultato delle elezioni greche come un primo passo verso la normalizzazione. La speculazione infatti si è spostata ferocemente sulla Spagna e sull’Italia, preoccupando ulteriormente i leader del G20 presenti al vertice.

Intanto è stato “ampiamente soddisfatto” l’obiettivo di un aumento di 456 miliardi di dollari del fondo dell’Fmi da usare come firewall per l’Europa. Sono state infatti definite le quote di partecipazione cui hanno aderito anche i Brics. L’India e la Russia parteciperanno con dieci miliardi di dollari ciascuno, mentre la Cina contribuirà con 43 miliardi di dollari all’aumento delle risorse. Quindici miliardi arriveranno da Arabia Saudita, Corea del Sud e Regno Unito. La Zona Euro contribuirà invece con 150 miliardi.

Altro punto nella bozza del comunicato finale del vertice è la riforma del Fmi. “Il G20 si impegna ad attuare la riforma dei diritti di voto del Fmi in pieno entro ottobre”. Si garantirà, dunque, più rappresentanza, e quindi più potere in seno all’Fmi, alle economie emergenti.

Nel frattempo è sfumato l’incontro ristretto tra il presidente Usa Obama e i leader europei Merkel, Monti, Hollande e i presidenti della Commissione Ue Barroso e del Consiglio europeo Van Rompuy.

 

19 giugno, 2012 - 8.28