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Esteri - Nuovo attacco dell'esercito all'impianto di estrazione di gas naturale di In Amenas

Algeria, morti 23 ostaggi e 332 terroristi

L'Algeria

23 ostaggi 32 terroristi morti.

E’ questo il primo bilancio ufficiale fornito dalle autorità algerine al termine del blitz finale all’impianto di estrazione di gas naturale di In Amenas, attaccato lo scorso mercoledì da un commando di estremisti islamici che hanno sequestrato diversi stranieri e centinaia di lavoratori algerini.

Il blitz, comunica il ministero dell’Interno algerino, avrebbe portato “alla liberazione di 685 dipendenti algerini (dell’impianto), di 107 stranieri, all’eliminazione di 32 terroristi e alla morte di 23 ostaggi“.

Tra le armi recuperate, riporta il comunicato, ci sarebbero “6 mitragliatrici pesanti, 21 carabine, due fucili a pompa, due mortai da 60 mm, razzi, missili, lancia granate Rpg, e 10 cinture esplosive”. L’operazione ha portato al recupero di “militari stranieri e di un arsenale di munizioni ed esplosivi”.

Sin dall’inizio del sequestro, è rimasto incerto l’esatto numero degli ostaggi in mano ai terroristi e la loro nazionalità. Sedici ostaggi, non si sa di quale nazionalità, sono stati trovati vivi perché, in base a quanto si apprende, si erano nascosti nei macchinari degli impianti di estrazione all’inizio dell’attacco. Nel sito le forze speciali algerine hanno anche ritrovato 15 corpi carbonizzati.

Al termine del blitz, le forze algerine hanno iniziato la bonifica del territorio da eventuali ordigni.

Per gli Usa, la nuova crisi aperta nel Mediterraneo tocca da vicino interessi nazionali. E infatti, di ritorno dalla visita in Europa in cui ha toccato anche l’Italia, il segretario dalla Difesa Leon Panetta ha annunciato che gli Stati Uniti prenderanno “tutte le iniziative necessarie per proteggere la popolazione” dalla minaccia dei terroristi nel Nordafrica.

Francia e Usa hanno confermato la morte di un loro cittadino. Pesanti le perdite per il Regno Unito. “La crisi è conclusa e ha provocato ulteriori perdite di vite” ha detto il ministro della Difesa britannico Philip Hammond. Per la British Petroleum, quattro dipendenti britannici che lavoravano all’impianto risultano dispersi, mentre William Hague, segretario del Foreign Office, ha detto che a In Amenas “sono rimasti uccisi almeno cinque britannici”.

Nella serata di ieri il Consiglio di sicurezza dell’Onu, con un comunicato approvato all’unanimità dai suoi 15 membri, ha condannato “nei termini più severi” l’attacco “atroce” contro il complesso algerino e ha fatto appello agli altri Stati affinché “cooperino attivamente con le autorità algerine”.

Gli Stati Uniti sono pronti a fornire all’Algeria qualsiasi aiuto il Paese avrà bisogno dopo l’attacco di al Qaeda nel Maghreb Islamico contro l’impianto gasiero. A comunicarlo il presidente Obama che, nel suo intervento, ha sottolineato come eventi di questo tipo “ci rammentano quanto al Qaeda resti sempre pericolosa e come la reponsabilità delle vittime sia dei terroristi che hanno condotto l’attacco“.

 

20 gennaio, 2013 - 10.20