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Subito un decreto per Imu, Iva e cassa integrazione

Enrico Letta

Subito un decreto per Imu, Iva e cassa integrazione.

Potrebbero partire già dalla prossima settimana o dall’inizio della successiva, i lavori del governo per bloccare l’Imu, l’aumento dell’Iva e rifinanziare la Cig.

Ancora un po’ di giorni, il tempo di mettere in sicurezza i conti votando tra martedì e mercoledì il documento di economia e finanza messo a punto dal precedente governo e che piace tanto all’Europa, al punto da aver messo ieri l’altro nero su bianco che per l’Italia è vicina l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo.

Sono però proprio le considerazioni contenute nel rapporto comunitario a rendere ancora più stretto il sentiero nel quale è obbligato a muoversi il ministro Saccomanni e l’intero governo.

Infatti le previsioni contenute nel rapporto danno per scontato che il governo Letta finanzierà in modo adeguato sia l’eventuale soppressione dell’Imu, sia la cassa integrazione e il mancato aumento dell’Iva. In questo momento nessuno nel governo intende ufficializzare proposte che potrebbero generare dubbi nella Commissione europea sulla tenuta dei saldi.

Viste le tensioni interne alla maggioranza, l’impegno non è facile e obbliga a weekend di lavoro, compreso l’attuale, il ministro dell’Economia, i suoi vice Stefano Fassina e Luigi Casero e i sottosegretari Pier Paolo Baretta e Alberto Giorgetti.

Per evitare l’aumento dell’Iva servono infatti circa due miliardi di euro, 1,5 miliardi per la cassa integrazione, mentre tempi più lunghi richiederà la rimodulazione dell’Imu (costo un paio di miliardi se il taglio non sarà totale) sulla quale sono sul piede di guerra anche i sindaci visto che l’imposta era destinata a finire entro giugno nelle casse dei comuni.

In totale sei miliardi di euro da riallocare in una nuova manovra. Obiettivo del governo sarebbe quello di inserire il testo del provvedimento nel decreto che è attualmente alla Camera sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. A giudizio dei tecnici di via XX Settembre i tempi sono però troppo stretti, visto che la discussione in aula del decreto sulla pubblica amministrazione è previsto per lunedì della prossima settimana.