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Ue: deficit Italia sotto il 3%

Ue: deficit Italia sotto il 3%.

L’Italia fa un passo importante verso l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo. Restano ancora allarmanti, però, il suo indebitamento, le sue prospettive di crescita e di conseguenza la fragilità del suo mercato del lavoro.

Secondo le stime di primavera della Commissione europea pubblicate oggi, infatti, viene confermata la previsione del governo di un rapporto tra deficit e Pil inferiore al 3 per cento alla fine del 2013. Sarà per la precisione al 2,9%, comunque inferiore alla soglia dei Paesi che finiscono sotto la lente di Bruxelles. Spagna e Francia, invece, chiuderanno l’anno rispettivamente al 6,5 e 3,9%.

Nel triennio 2013-2015, l’eventuale uscita dalla procedura di deficit potrebbe garantire all’Italia circa dodici miliardi di liquidità in più da impiegare, come ricostruito in questi giorni dal ministro per l’Economia, Fabrizio Saccomanni.

Rispetto a quanto visto per il deficit, è più ampio l’incremento percentuale sul fronte del debito che cresce al 3,3% nel 2013 al 131,4% del Pil e di 5,1 punti nel 2014 al 132,2%. A pesare, per 2,5 punti, è l’effetto del decreto per la restituzione dei debiti Pa. Solo la Grecia ha un debito più alto (175,2% per il 2013). L’economia ellenica dovrebbe tornare a vedere la crescita l’anno prossimo, dopo sei anni di recessione.

Quanto all’andamento del Prodotto interno lordo italiano, la Commissione peggiora la stima della recessione per quest’anno portandola da -1% a -1,3%.

Parlando di crescita, l’Ue spiega che non ci sono chiari segni di ripresa nel breve periodo perché la fiducia di consumatori e business “resta in territorio negativo indicando un’attività economica tuttora contratta nella prima metà dell’anno“.

Notizie negative anche dal mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, che nel 2012 ha raggiunto quota 10,7% dall’8,4% nel 2011, aumenterà ulteriormente all’11,8% quest’anno e al 12,2% l’anno prossimo quando è prevista una stabilizzazione

Quanto all’inflazione, infine, secondo le stime comunitarie il tasso è previsto all’1,6% nel 2013 (rivisto dal +2% precedente) e all’1,5% nel 2014 (da +1,7%), in linea con l’Eurozona. Già ieri la Bce, nell’annunciare il taglio del costo del denaro, sottolineava che il livello dei rincari sarebbe rimasto sotto il 2%.