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Un’impresa su tre chiude i battenti

Un’impresa su tre chiude i battenti.

Strette nella morsa della crisi e complice il ritardo nel pagamento dei debiti da parte della Pubblica amministrazione, sono sempre di più le imprese costrette a chiudere.

Lo rivela uno studio della Cgia di Mestre, per cui tra il 2008 e il 2012 le aziende fallite per i mancati pagamenti dello Stato sono più che raddoppiate (+114%). Un debito complessivo che ammonta a circa 120 miliardi di euro.

Lo studio dell’associazione degli artigiani di Mestre si base su un’indagine campionaria presentata a marzo dalla Banca d’Italia in un’audizione parlamentare. “E’ verosimile ritenere che i debiti della Pubblica amministrazione italiana nei confronti delle imprese ammontino a circa 120 miliardi di euro – spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi -. Si tratta di una foto scattata il 31-12-2011, ovvero più di un anno e mezzo fa nella quale non sono comprese le aziende con meno di 20 addetti che costituiscono il 98% delle imprese italiane”.

Dall’inizio della crisi alla fine del 2012 sono fallite per mancati pagamenti oltre 15mila imprese. Secondo la Cgia tra il 2008 e il 2010 questa incidenza ha raggiunto la soglia del 30%, per salire al 31% nel biennio 2011-2012. 

Se la Finlandia si conferma al primo posto in Europa per la rapidità con cui le pubbliche amministrazioni saldano i propri debiti (24 giorni), l’Italia continua a essere il fanalino di coda con un tempo medio di 170 giorni nel 2013.