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Agguato nel Sinai, uccisi 25 poliziotti

Agguato nel Sinai, uccisi 25 poliziotti.

Decine di membri delle forze di sicurezza egiziane, 25 secondo l’esercito egiziano, l’emittente al-Arabiya e la Bbc, sono stati uccisi a Rafah, nel nord del Sinai, durante un attacco contro un convoglio militare. A riferirlo fonti mediche e di sicurezza.

All’inizio si pensava che alcuni militanti avessero attaccato due mini-bus con razzi Rpg e granate. Poi una nuova ricostruzione delle fonti ufficiali della sicurezza egiziana e confermata dalla televisione di Stato, ha parlato di una vera e propria esecuzione: i militanti avrebbero costretto i due veicoli a fermarsi, ordinando poi ai poliziotti di scendere e distendersi a terra. Infine avrebbero sparato sugli agenti, uccidendoli.

I poliziotti erano in abiti civili. Oltre le 25 vittime ci sarebbero anche due feriti.

Anche per oggi l’Alleanza delle formazioni pro-Morsi, dominata dai Fratelli musulmani, ha indetto nuove manifestazioni al Cairo, nei quartieri di Heliopolis, sede del palazzo presidenziale, di Giza, di Maadi, di Imbaba.

Da mercoledì sono almeno 70 gli agenti di polizia che hanno perso la vita negli scontri con i sostenitori del deposto presidente.

Lo ha rivelato una fonte della sicurezza egiziana, rimasta anonima, al quotidiano ‘Al-Masry Al-Youm’.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è tornato dalle vacanze estive dall’isola del Massachusetts di Martha’s Vineyard, per affrontare tra le priorità proprio la crisi egiziana. La Casa Bianca sta considerando di intervenire, “se la situazione lo renderà necessario”, ha fatto sapere la portavoce del National Security Council, Caitlyn Hayden.

Nel frattempo, una riunione d’emergenza degli ambasciatori dei Paesi Ue è stata indetta oggi a Bruxelles per preparare il terreno all’imminente consiglio straordinario dei ministri degli Esteri che decideranno le misure da adottare per rivedere i rapporti diplomatici con l’Egitto.

Tra le possibili soluzioni ci sarebbe quella di sospendere gli importanti programmi di cooperazione economica con Il Cairo.  Al vaglio anche la possibilità di imporre un embargo alla vendita di armi.