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Cronaca - Tre detenuti gravissimi ricoverati a Belcolle con codice rosso - Sappe, Cgil, Osapp: "Il personale è carente e va ascoltato"

Maxirissa a coltellate in carcere, sei feriti

Mammagialla

Viterbo -  Maxirissa a colpi di coltellate tra una decina di detenuti al carcere di Mammagialla. Sei i feriti.

Gravissimo episodio di violenza al carcere di Viterbo nella tarda mattinata di oggi.

Per motivi ancora in corso di accertamento, è esplosa una maxirissa tra una decina di detenuti. Lo scontro sarebbe avvenuto tra un gruppo di italiani e uno di rumeni.

Non si conoscono, per ora, le motivazioni che hanno portato a una sequenza di azioni di una violenza inaudita. Sulla vicenda le forze dell’ordine stanno facendo accertamenti. Nella sala in cui è avvenuto l’episodio, sono stati ritrovati coltelli e oggetti contundenti.

Si pensa a un regolamento di conti tra gruppi di nazionalità diversa per motivi di supremazia. Gli accoltellamenti sarebbero avvenuti in una sezione dell’area detentiva.

Per sedare la rissa sono intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria che hanno dovuto mettere tutto il loro impegno e la loro professionalità per sedare gli animi.

Tre delle sei le persone rimaste ferite sono in condizioni gravissime e sono state trasportate all’ospedale Belcolle di Viterbo con codice rosso.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente in forze i sanitari del 118 che hanno portato i primi soccorsi del caso e hanno trasportato i feriti all’ospedale di Belcolle a Viterbo.

“Il provveditore ci ha completamente abbandonato – dicono Luca Floris (Sappe), Gino Federici (Cgil) e Gennaro Natale (Osapp) -. Qualche mese fa è stata fatta una rivisitazione della pianta organica e a Viterbo non sono stati inviati agenti. Siamo fermi al 2002 e come rinforzi a più di un anno fa. C’è una carenza di personale che spiega come mai certi episodi avvengano proprio nei giorni festivi, quando il calo del personale si acuisce”.

Per i sindacati servono maggiori provvedimenti. “Il dipartimento sta adeguando l’impianto di videosorveglianza. Guarda caso, però, proprio nelle sale di socialità dove si incontrano i detenuti, non stanno mettendo telecamere che invece potrebbero aiutare a ricostruire i fatti e allo stesso tempo a controllare direttamente le sale impedendo certe violenze. Serve monitorare i luoghi più delicati del carcere. Il personale deve essere ascoltato.Oggi, solo il pronto intervento del comandante Daniele Bologna ha scongiurato il peggio. A differenza dell’ammistrazione centrale, lui c’è sempre, affinché il carcere possa andare avanti”.

Infine l’appello dei sindacati. “Tempo fa – concludono – abbiamo fatto una manifestazione rivendicando alcune prerogative dell’intervento in situazioni di criticità. C’è chi ci ha definito violenti. Oggi, invece, i fatti ci danno ragione, nel senso che in certe situazioni il poliziotto penitenziario deve essere messo nelle condizioni di intervenire con attrezzature idonee. A oggi l’amministrazione ancora non ci ha dato ancora risposte”.

1 gennaio, 2014 - 18.23