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Viterbo - Elicottero precipitato - I funerali del generale Calligaris e del capitano Lozzi - La toccante cerimonia per le vittime dell'incidente aereo

“Sono un militare e devo essere pronto a morire”

Viterbo – “Sono un militare e devo essere pronto a morire, mamma e papà, non lo dimenticate” (la fotocronaca del funerale).

Diceva questo ai suoi genitori il capitano Paolo Lozzi, 25 anni, di Montefiascone.

Lo ha ricordato stamattina l’arcivescovo e l’ordinario militare Santo Marcianò durante l’omelia ai funerali del giovane militare e del generale Giangiacomo Calligaris, vittime dell’incidente aereo di giovedì.

Migliaia di persone hanno affollato il 28esimo hangar Tucano della base Aves di Viterbo. Una cerimonia toccante, svoltasi alla presenza delle più alte cariche militari e politiche. In prima fila il ministro della difesa Mario Mauro, che ha parlato e salutato allungo i parenti delle vittime. ”Siamo addoloratissimi”, si è limitato a dire il responsabile della Difesa.Tra la folla, anche l’attore Gabriel Garko.

Al centro dell’hangar, davanti all’altare, le due bare del generale e del tenente, ricoperte dal tricolore.

Davanti ai due feretri, i familiari delle vittime: il padre, la madre, il fratello, i nonni e la fidanzata del giovane capitano Lozzi; la compagna, i figli, il fratello e l’anziana madre del generale Calligaris.

Accanto all’ordinario militare che ha officiato la cerimonia, il vescovo Lino Fumagalli e una schiera di sacerdoti.

L’arcivescovo Marcianò ha ricordato i due militari morti nello schianto di giovedì. “Il generale Calligaris era schietto, gentile, maturo, pieno di esperienza. Una vita spesa al servizio della difesa nazionale e internazionale”. Del tenente Lozzi, invece, ha detto che era “coraggioso, alla mano, ben voluto da tutti, animato da una grande passione e da un entusiasmo sincero”.

Subito dopo la benedizione dei due feretri, il fratello, la compagna e la figlia di Calligaris hanno preso la parola per salutare il loro generale. “Trattavi nostra madre come una regina, sei grande fratello!”. Toccante il ricordo della figlia: “Mi hai insegnato la vita. Il mio mondo senza di te, adesso, è un mondo che non si può immaginare. Sarai sempre con me. Ti amo papà”.

Dall’altare, la promessa della compagna: “Mi diceva che sono una donna tosta. Gli renderò onore: farò diventare i suoi cuccioli uomini – ha letto, la donna, dall’altare -. Mi diceva: Io sono un fatalista, un basco azzurro. Sappi che volare è la cosa più bella che ci possa essere, dopo guardare i miei figli”. 

E poi i commilitoni di Lozzi: “Eri il migliore di noi. Quando hai visto quell’azzurro, di sicuro, hai sorriso come sorridevi tu. Non ti lasceremo mai andare via. Ti porteremo con noi per vederti ancora cucinare e sentirti parlare della tua Lazio”.

25 gennaio, 2014 - 15.17