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Cronaca - Scoperta dalla Polizia stradale un'organizzazione con basi a Viterbo, Brescia e Modena che faceva superare lo scritto a cittadini stranieri tramite l'uso di cellulari e telecamere

Esami della patente truccati, quattro denunce

Cronaca – Esami della patente truccati, denunciati in quattro.

Qualche dubbio i funzionari della Motorizzazione di Viterbo hanno iniziato ad averlo già verso la fine del 2013, quando iniziò a farsi consistente il numero di cittadini pakistani e indiani che riuscivano a superare, a volte senza neanche un errore, gli esami di teoria per il conseguimento della patente.

Quando poi a superare la prova con pochissimi errori è stato un ragazzo pakistano che quasi non riusciva a esprimersi in italiano, allora i sospetti si sono fatti più consistenti e sono subito partite le indagini degli uomini della polizia stradale.

Non è stato facile per gli investigatori, coordinati dal comandante Federico Zaccaria, ricostruire nel dettaglio l’ingegnoso modus operandi usato dai componenti di un’organizzazione, con ramificazioni, oltre che nel Viterbese, anche a Brescia e in provincia di Modena, che da tempo faceva conseguire la patente italiana a cittadini stranieri, specie indiani e pakistani, decisamente poco propensi a dedicare il tempo necessario allo studio della materia.

Gli uomini della stradale, spesso presenti alle sessioni d’esame, nella simulata veste di esaminatori o candidati, alla fine hanno scoperto che alla base del raggiro ci sarebbe stato sempre l’utilizzo di moderne tecnologie audio e video.

“La truffa – si legge nella nota della polizia stradale – faceva leva sulla possibilità, che hanno gli stranieri con scarsa padronanza della nostra lingua, di avvalersi di un supporto audio per poter meglio comprendere il significato dei quiz. Una specie di “audio-guida” in cuffia, con una voce pre-registrata che legge al candidato le varie domande che via via vengono visualizzate sul monitor della postazione d’esame.

E così, tramite un minuscolo auricolare all’interno dell’ orecchio del candidato, collegato, via bluetooth, a un cellulare ben nascosto addosso allo stesso, la voce dell’audio-guida poteva essere ascoltata a distanza da uno dei componenti della banda, che, dimostrando peraltro di essere un perfetto conoscitore della materia, riusciva a suggerire, con il suo cellulare, e in tempo reale, le risposte esatte”.

I successivi approfondimenti hanno portato a scoprire che, in altri casi, “è stata messa a disposizione del candidato una piccola telecamera da tenere nascosta tra gli indumenti con l’obiettivo puntato verso lo schermo della postazione d’esame. In questo modo, tramite collegamento con un monitor presente in una delle basi della banda, il suggelitore riusciva a vedere le domande e a indicare la risposta esatta attraverso il solito telefono cellulare”, spiega la nota.

Fino a duemila euro la somma sborsata da ogni singolo aspirante patentato. Somma che dava diritto anche al supporto logistico necessario. “L’organizzazione – si legge ancora – inviava propri corrieri direttamente al domicilio dell’interessato che, il giorno dell’esame, veniva accompagnato in auto fino all’ingresso della Motorizzazione”.

Al momento risultano almeno dieci gli stranieri che hanno sostenuto gli esami incriminati, con provenienza da diverse località del Lazio e delle Marche. Esami, naturalmente, tutti annullati. Mentre i quattro membri dell’organizzazione, di nazionalità pakistana, sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Le indagini stanno proseguendo per capire quanti siano stati in tutto gli esami pilotati e definire la posizione di altri soggetti che, operando sia nel Bresciano che nel Viterbese, in particolare nella zona di Fabrica di Roma, sembrerebbero aver svolto un ruolo determinante nella vicenda.

“Le indagini – osserva il comandante Zaccaria – stanno proseguendo ad ampio raggio, ben oltre i confini della provincia di Viterbo. Esse hanno permesso di accertare una truffa che, se non fosse stata scoperta, avrebbe consentito a persone prive della necessaria preparazione teorica di guidare un veicolo, con evidenti rischi per la sicurezza delle persone”.

II risultato è anche il frutto di un consolidato rapporto di collaborazione tra polizia stradale e responsabili della Motorizzazione di Viterbo. Proprio da una segnalazione di questi ultimi, lo scorso anno, presero spunto le indagini con cui gli agenti della Polstrada arrivarono a denunciare ben 50 persone per aver dichiarato falsi cambi di residenza allo scopo di ottenere un abbassamento del premio dell’assicurazione auto.

24 febbraio, 2014 - 15.29