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Viterbo - L'ex ballerino di "Amici" si sfoga dopo la condanna

Miotto a Tgcom24: “Non ho violentato nessuno”

Catello Miotto

Viterbo – “Non sono uno stupratore, non ho violentato nessuno”.

Lo dichiara Catello Miotto ai microfoni di Tgcom24. L’ex ballerino di “Amici di Maria De Filippi” respinge da anni l’accusa di aver stuprato una 37enne viterbese.

Succedeva a Bagnaia la notte del 26 febbraio 2010. Quattro anni dopo, Catello veniva condannato dai giudici del tribunale di Viterbo: cinque anni e mezzo, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10mila euro alla donna che lo ha denunciato, che potrebbe vedere il risarcimento aumentato al processo civile. La sentenza è dell’11 marzo scorso. 

Miotto, 29 anni, padre e insegnante di danza a Bologna, uscì fiammeggiante e silenzioso dall’aula 5 del tribunale di Viterbo. Oggi affida a Tgcom il suo sfogo e il racconto di quella notte.

“Ricordo molto bene, erano le 2.30 di notte – racconta Catello al telefono con i redattori della testata -. Dopo vari giri stavo rientrando a casa, abitavo al primo piano e ho visto la luce accesa al piano terra, dove viveva un mio amico, così ne ho approfittato per suonare, volevo chiedergli delle cose sul suo locale. Ma lui non c’era e mi ha fatto entrare la sua ex moglie che era a casa sua perché la loro bimba aveva la febbre”.

Al processo a porte chiuse, lei spiega di averlo fatto entrare perché Miotto era agitato. Per gli investigatori, il ragazzo, all’epoca 25enne, aveva passato la serata proprio con l’ex marito della donna, ma le loro strade si erano divise quando il ballerino era stato cacciato da un locale perché ubriaco. Quindi sarebbe tornato a casa. Ma invece di salire nel suo appartamento, ha bussato alla porta dell’amico e gli ha aperto l’ex moglie.

“Noi non ci conoscevamo – continua Miotto, su Tgcom -. Era la prima volta che la vedevo e mi disse di aspettare dentro il mio amico. Così tra una chiacchiera e l’altra finimmo in camera da letto”.

A scoprirli è stato proprio l’ex marito della 37enne. “Durante la testimonianza riferì la posizione in cui ci trovò, ovvero con me sotto – si legge, ancora, nell’articolo della testata Mediaset -. Come si può violentare così una donna?”. Dagli accertamenti medico-legali emerse un segno sul collo del ballerino. La donna, in aula, ha parlato di un tentativo di morderlo, ma per Miotto e per il consulente della procura, si trattava di un succhiotto. “La perizia dopo chiarì che non era un morso, infatti non avevo graffi o altro, ammetto di aver bevuto un po’ quella sera, ma dai controlli effettuati il tasso non superava quello consentito”.

Sul suo profilo Facebook, le attestazioni di stima e vicinanza dei suoi conoscenti si moltiplicano dal giorno della condanna. I suoi legali Alfredo Trotta e Elio D’Aquino hanno annunciato fin da subito il ricorso in appello. “Sono innocente – conclude Miotto su Tgcom24 -. Ho molta fiducia nella giustizia, non farei mai del male a una donna”.

31 marzo, 2014 - 14.19