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Viterbo - Operazione Anubi - A tanto ammontava la tariffa dei tre necrofori di Belcolle ai domiciliari per corruzione continuata - La pm Conti: "Denunciate 34 persone, una decina le agenzie funebri coinvolte"

50 euro a morto per il funerale

Operazione Anubi – Arrestati tre necrofori della camera mortuaria di Belcolle – Il passaggio di denaro

Viterbo - 50 euro a morto per affidare il funerale (fotocronaca - Il passaggio di denaro - video: I pagamenti - La Pm Conti:”Dieci agenzie funebri coinvolte”).

A tanto ammonta la tariffa dei tre addetti alla camera mortuaria dell’ospedale di Belcolle finiti ai domiciliari per corruzione continuata.

Si tratta di Carlo Euleteri, Floriano Franklin Canela e Fabrizio Valeriani.

Si è conclusa così l’operazione Anubi, dal nome della divinità egizia protettrice delle necropoli e del mondo dei morti, condotta dai  carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo.

I tre, tutti residenti nella provincia di Viterbo, sono stati arrestati e portati nelle loro case col divieto di parlare con persone diverse da quelle con cui abitano.

La corruzione sarebbe consistita nell’accettare somme di denaro da parte dei titolari di agenzie funebri in cambio dell’intermediazione con i famigliari dei deceduti nell’ospedale, per ottenere l’affidamento del servizio funebre.

A illustrare i dettagli il pm Paola Conti che ha coordinato le indagini scattate lo scorso settembre 2013. 

“L’attività investigativa – dice il pm – è iniziata dopo le lamentele fatte da alcune agenzie funebri in merito a una gestione poco trasparente nell’affidamento del servizio funebre”.

Mesi di intercettazioni hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’attività illecita. “Nell’ordinanza si parla di una consolidata prassi di corruzione ambientale. I dipendenti Asl chiedevano 50 euro a salma per che venivano poi versati dai titolari delle agenzie funebri. Non c’era nemmeno bisogno di parlare. Tutto era automatico”.

La concorrenza veniva facilmente scalzata, danneggiando con alcuni espedienti le agenzie che in qualche modo non erano compiacenti. “I tre addetti, quando lavoravano con agenzie con le quali non erano in contatto, aprivano la camera mortuaria in ritardo oppure preparavano le salme in maniera non adeguata, coprendole solo con un lenzuolo“.

Il tutto per favorire le agenzie vicine in violazione degli obblighi di fedeltà e imparzialità verso l’amministrazione pubblica di appartenenza.

E’ stato anche accertato che uno degli arrestati fosse un vero e proprio socio occulto di una delle agenzie viterbesi, dove peraltro lavoravano i suoi figli.

Al vaglio degli inquirenti ora anche la posizione delle agenzie funebri coinvolte. “Oltre agli arresti, sono state denunciate 34 persone – conclude la Conti – tra titolari e dipendenti delle agenzie funebri. Una decina. Si dovrà capire se siano stati loro a chiedere i soldi o se il denaro gli sia stato chiesto”.

Le indagini sono state portate avanti anche grazie a supporti tecnici. “Quattro o cinque agenzie funebri - dice il comandante del Norm Giovanni Martufi – hanno denunciato questa situazione al direttore sanitario della Asl che ha subito avviato un’indagine interna all’azienda e, dopo aver ottenuto dei riscontri, ci ha allertato. Grazie alle microspie e alle videoriprese posizionate negli uffici in cui operavano i tre dipendenti siamo riusciti a ricostruire le attività”.

Sono una trentina le agenzie funebri operanti nella provincia. Una decina in tutto quelle che avevano contatti con i tre necrofori.   

“Si approfittava della disperazione della gente per ottenere il lavoro – conclude Martufi -. Calcolando che ogni salma veniva pagata 50 euro, il business stimato per i tre è di circa 30mila euro annui anche in considerazione del fatto che a Belcolle ogni anno ci sono 500 decessi”.

Le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei tre addetti alla camera mortuaria sono stati emessi dal gip Rigato.

Soddisfatto per l’esito dell’operazione anche il maggiore Giovanni Rizzo presente alla conferenza.

9 maggio, 2014 - 14.27