Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Cronaca - "Nonna" a processo per spaccio - Al telefono, gli ordini su come e dove custodire la droga - Un carabiniere ricorda le intercettazioni

“Rina, la coca mettitela nelle tette…”

Caterina Pierini

Viterbo – Cocaina nel trolley, ma anche nel reggiseno.

Arrivavano al telefono gli ordini su dove custodire lo stupefacente. E Caterina Pierini eseguiva.

La 63enne arrestata anche nelmaxiblitz antidroga Babele era già finita in manette a luglio dell’anno scorso, dopo essere stata trovata con un trolley ripieno di polvere bianca

Al processo, ieri mattina, un carabiniere che ha seguito le indagini ha ricordato qualche intercettazione: “Allora Rina, mettitela nelle tette e vai a casa”. E lei: “Ma che sta a casa mia non lo sa nessuno, vero?”. La cocaina, chiaramente.

Da un capo del filo, l’imputata. Dall’altro Jonnathan Ysael Batista Cabrera, un altro degli arrestati del recente blitz Babele. Presunto proprietario del trolley con più di un etto di stupefacente.

La perquisizione scattò dopo la soffiata di una fonte confidenziale e i riscontri incrociati con le intercettazioni: quando capirono che “Rina” poteva essere Caterina Pierini, gli investigatori sono entrati in azione. E per l’insospettabile 63enne è scattato l’arresto.

La donna è accusata di detenzione ai fini di spaccio di droga. Ma dov’è lo spaccio? Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Remigio Sicilia, la signora non poteva disporre a suo piacimento dello stupefacente. 

Il trolley era chiuso con un lucchetto. Lei non aveva la chiave. Una testimone racconta che gli investigatori hanno dovuto forzarlo per aprirlo. Anche il maresciallo che ha testimoniato al processo ha detto che a carico della signora non risultano episodi di cessione di droga, in quella specifica indagine. Mentre sarebbe stato appurato che la 63enne custodiva la cocaina per soldi.

Dopo una breve permanenza in carcere, nell’ambito dell’operazione Babele, la donna era stata messa ai domiciliari. Ieri la revoca della misura, sostituita con l’obbligo di dimora a Viterbo. Il processo continua a febbraio.

17 luglio, 2014 - 9.06