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Prof di Capranica ritrova versione di greco di Pascoli

La foto della versione di Pascoli

La foto della versione di Pascoli

Capranica – “All’ill.mo Sig. Prof. Giosuè Carducci. Terzo lavoro per la scuola di magistero, anno scolastico 1880-81. Di Giovanni Pascoli”.

E’ la frase d’inizio di una versione dal greco di Giovanni Pascoli. Sotto, come si usava all’epoca, il giudizio scritto con la matita blu da Giosuè Carducci, suo professore universitario.

La straordinaria scoperta è di Alessandro Anniballi, professore di musica e maestro di coro di Capranica. A riportare la notizia è il quotidiano La Stampa.

“Una amica mi chiamò per informarmi che un famoso docente universitario si era spento lasciando la sua ricchissima biblioteca alla mercè di qualche rigattiere – racconta Anniballi -. La figlia del professor R. mi fece accomodare in casa dicendomi di non avere alcun interesse a tenere questo patrimonio. ‘Prendi tutto quello che vuoi’”.

La casa era una vera e propria biblioteca piena di libri. C’erano testi di letteratura italiana d’inizio Novecento e di letteratura anglo-americana. Anniballi ne prese alcuni.

“Cominciai a riempire borse e borse di libri straordinari – aggiunge Anniballi -. Spesso questi erano arricchiti dalla dedica dell’autore. Proprio in quei giorni mi accadde di trovare una inedita edizione delle belle traduzioni, dal greco e dal latino, di Giovanni Pascoli. Era una edizione fatta stampare dalla sorella del poeta. Li v’erano cucite alcune pagine scritte con una calligrafia minuta ma chiara. Mi resi conto che si trattava di un compito originale che Pascoli fece su indicazione di Carducci”.

Il testo è la traduzione dal greco della “Batracomiomachia”, la guerra dei topi e delle rane. Prima della traduzione vera e propria, Pascoli spiega i criteri che ha seguito: “Il problema, in ogni traduzione, è la fedeltà al testo originale”, si legge.

Nel 1880, Giosuè Carducci era già un poeta affermato. Insegnava da ben vent’anni all’università di Bologna ed era un professore severo. 

“I suoi studenti lo sapevano: con lui si rigava dritto – scrive la giornalista Flavia Amabile sulla Stampa -. Molti biografi raccontano che era stato capace persino di cacciare uno studente che gli aveva chiesto di firmare il libretto di frequenza e aveva commesso l’errore di presentarsi prima con il cognome e poi con il nome”.

Ma in realtà Carducci sapeva anche scherzare con i suoi alunni. E stimarli, se meritavano. Come con Pascoli che, due anni dopo, si laureò a pieni voti e venticinque anni più tardi prese il posto del suo maestro all’università di Bologna.

“Vi faccio dono fotografico di questo bell’inedito a tutti sconosciuto”, ha scritto Anniballi sul suo profilo Facebook.