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Caso Ruby - Sentito come teste dal procuratore Ilda Boccassini

Ascoltato l’ex questore

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Caso Ruby, ascoltato in procura l’ex questore Indolfi.

Il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini ha interrogato l’ex dirigente della Questura milanese Vincenzo Indolfi per ricostruire la notte in cui Ruby fu fermata per furto dalla polizia.

La minore (che proprio oggi compie 18 anni) fu portata, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, negli uffici di via Fatebenefratelli, per poi essere affidata, contro le disposizioni del magistrato Annamaria Fiorillo, alla consigliera regionale Nicole Minetti, passato da showgirl e igienista dentale del premier.

In questura, poco dopo l’arrivo di Ruby, sarebbe arrivata una telefonata di Berlusconi stesso, che avrebbe chiesto il rilascio della ragazza. In caso contrario, si sarebbe potuto verificare un incidente diplomatico, essendo la giovane parente del presidente egiziano Mubarak. Notizia rivelatasi, successivamente, infondata, anche perché Ruby, al secolo Karima El-Mahrub, non è egiziana, ma marocchina.

La maggioranza, intanto, fa fronte unico in difesa del premier. Gli uomini vicini a Berlusconi fanno a gara per gettare acqua sul fuoco.

Per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il caso Ruby è il solito “bagno di fango”. Nient’altro che un “copione  basato su falsità, per niente originale”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, invece, cerca di glissare, affermando che “il caso Ruby non ha inciso negativamente sulla capacità dell’Italia di dire la sua in modo importante al Consiglio europeo di venerdì, quando si sono decise le nuove misure di stabilità finanziaria”.

Quanto all’opinione del leader del Carroccio Umberto Bossi, Berlusconi ha commesso un solo errore, a detta sua: è stato poco furbo. “Quella telefonata alla Questura di Milano – ha detto il numero uno della Lega – avrebbe dovuto farla fare a qualcun altro e, magari, avrebbe potuto farsi consigliare da me o da Maroni”.

1 novembre, 2010 - 16.26