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“La diversità arricchisce la democrazia”

<p>Michele Santoro</p>

Michele Santoro

“Essere diversi non vuol dire essere contro, piuttosto la diversità è un elemento che arricchisce la democrazia”.

Così ha esordito Annozero che nella sua prima puntata intitolata “Farabutti” è tornato sulle polemiche delle ultime settimane.

Ospiti Dario Franceschini, Concita De Gregorio, Maurizio Belpietro, Italo Bocchino, Enrico Mentana. Travaglio, visto che il suo contratto non è stato firmato, è presente come ospite e torna sulla vicenda Tarantini.

Dopo il prologo di Santoro la trasmissione inizia per porre la domanda su quale sia il confine fra comportamenti privati e responsabilità pubbliche in riferimento alle vicende delle escort a Palazzo Grazioli.

Altro quesito centrale è se ci sia un reale rischio che lo spazio di libertà nei giornali e nella Tv si vada progressivamente restringendo.

Una carrellata di flash che vanno da Silvio Berlusconi a Porta a Porta quando pronunciò la parola “farabutti” rivolgendosi ai giornali e alle televisioni, passando per la conferenza stampa congiunta Zapatero-Berlusconi con tanto di momenti di imbarazzo, fino alla citazione di un’omelia del cardinale Angelo Bagnasco in cui disse che i numeri non sono tutto ma che bisogna lasciarsi guidare dal proprio cuore.

E Santoro prende la palla al balzo. ”E’ vero – dice – i numeri non sono tutto. Qui non c’e’ nessun imperatore ma un presidente democraticamente eletto. E noi abbiamo tutto il diritto di essere diversi. Coltivare la nostra diversità è un modo di aiutare la democrazia.

Si passa poi al caso di Dino Boffo, il direttore di Avvenire dimessosi dopo la campagna sul Giornale e i toni si fanno incandescenti. La parola passa a Concita De Gregorio che ricorda come il suo giornale sia stato citato per 2 milioni di euro da Silvio Berlusconi.

“Noi – dice – ci difenderemo sapendo che abbiamo ragione ma lui ha il lodo Alfano”. Parole che scatenano la reazione di Belpietro al punto da “costringere” Santoro a portare un pò d’ordine in puntata.

Poi arriva il momento più atteso della puntata: l’editoriale di Marco Travaglio. Il giornalista traccia l’ascesa dell’imprenditore barese Giampaolo Tarantini negli ambienti politici che contano.

Il risultato? Gli ascolti sono buoni, ma Don Matteo ha avuto comunque la meglio.