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Mina santa subito…?

<p>Francesco Mattioli</p>

Francesco Mattioli

E’ singolare vedere il laico De Nardo che celebra il mito di Mina, descritta come una dea ineffabile e irraggiungibile cui tutto è lecito in virtù delle sue qualità canore.
Più o meno con la stessa devozione di Paolo Limiti, che ritiene Mina la più grande cantante del mondo o giù di lì.

Negli anni ’60 e ’70 sono stato fan di Mina, come di Battisti, di Celentano, di De Gregori, di Patty Pravo, di De André: certo, Mina era Mina, anzi, Mina è Mina.

Ma quanto mi dà fastidio questa celebrazione di Mina senza Mina; questo taglio della torta senza il festeggiato, questa santificazione in vivo.

Mina ha fatto una scelta: escludersi dai suoi fan, cosa che né Celentano, né Patty Pravo, né altri hanno fatto, continuando – talvolta coraggiosamente, come Mino Reitano – a compromettersi con il mercato, ma anche con la vita di noi comuni mortali.

Anzi, Mina ne ha fatte due di scelte: ha preferito non infettarsi con il vecchio mondo dei suoi fan, tanto da risiedere persino fuori dell’Italia.

Senza per questo esimersi dal pronunciare i suoi oracoli a mezzo stampa e di concedere la sua voce all’etere come una divinità sublime e inafferrabile che ogni tanto si degna di mandare un segno ai suoi trepidanti fedeli.

Chissà se ha anche qualità taumaturgiche.

Francesco Mattioli