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L'opinione di Severo Bruno

Instabilità climatica e precipitazioni politiche

di Severo Bruno
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Da qualche giorno su un giornale cittadino si leggono severi commenti sull’operato del Pd locale che, con un “… voto della vergogna…”nella votazione del cda della Talete, “non avrebbe salvato nemmeno l’onore…”.

Del merito nulla è detto, ma i toni e gli accenti sembrano più quelli del tifoso deluso che di un notista politico, anche perché di vergognoso e disonorevole non viene poi riferito alcunché.

Da semplice lettore e a titolo strettamente personale, preferirei però che il fatto precedesse il commento. Mi spiego meglio.

Cominciamo dalla stagione politica che stiamo vivendo e che è quella che è, non delle migliori certamente, così come quella climatica, per cui la situazione di notevole instabilità può facilitare nelle persone una alternanza continua di stati d’animo e di comportamenti.

Anche i politici, naturalmente, possono soffrire di questa sindrome, mentre più raramente accade, come nel caso in esame, che insieme agli attori anche gli spettatori vengano travolti da simili perturbazioni. Dove sta lo scandalo o la vergogna del voto dei sindaci Pd?

A quanto ne so, non si sono messi d’accordo sul nome di un candidato presidente, ma non risultano polemiche sulle persone, né tanto meno tradimenti o ribaltoni, né scontri pubblici-privati con indici puntati e simili. Viene da chiedersi perchè allora quell’episodio ha suscitato tanto allarme.

Si diceva della stagione politica nazionale e forse proprio in questo ambito si spiega quell’allarme.

Infatti si è appena consumata una quasi-scissione nel Pdl, forse non vera, o forse non del tutto vera ma quasi, con relativo strascico di litigi, alleanze e aggregazioni che rendono estremamente interessante la ricerca delle nuove sistemazioni.

La giunta Marini è in fibrillazione, per esempio, per un rimpasto che non arriva mai e per le complicazioni sopravvenute. Il voto discorde dei sindaci Pd è potuto sembrare perciò un promettente inizio di perturbazioni politiche anche in quell’area, ma per ora almeno non ve ne è traccia, non ci sono state cioè precipitazioni temporalesche con tuoni e fulmini, al massimo echi lontani di cambi di alleanze ed effetti del generale agosto, quali insufficiente conoscenza e disinformazione.

L’allarme comunque c’è stato e devo riconoscere che appare giustificato, e non per la presidenza perduta, che anzi questa appare sempre di più di quelle che non si offrono agli amici, ma per il modo, che come è noto può offendere,in cui è trapelato e poi esploso il disaccordo.

Si noti che la materia del contendere era tutto sommato modesta e non determinante, e ciò malgrado il disaccordo è stato pubblico.

L’unica spiegazione che mi sento di azzardare a questo punto è che l’episodio possa esser considerato un segnale di inizio delle grandi manovre congressuali con scelta di strategie e di nuove alleanze.

Perciò, una questione di tattica e di strategia, manifestazione di dialettica democratica all’interno del partito. Niente a che fare, in ogni caso, con altre questioni più serie, quali ad esempio le ragioni dell’appartenenza.

Il fatto quindi consiste nel disaccordo tra i sindaci, ma se così è non si può insistere su commenti francamente fuor di luogo. E’ la democrazia… verrebbe da dire.

Severo Bruno

13 settembre, 2010 - 17.44