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Finanziaria, aumentano i costi dei trasporti

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Finanziaria, aumentano i costi dei trasporti.

Dalle tariffe per i parcheggi al costo dei biglietti dell’autobus e della metropolitana, dai pedaggi autostradali ai treni locali: sono queste le voci dei bilanci familiari sulle quali i Comuni decidono di intervenire quando si vedono costretti a fare cassa.

La manovra, quando passa dal “nazionale” al “locale”, fa sosta davanti ai pendolari. Da Milano a Palermo sono loro i primi a risentire della stretta. In molti casi, sono chiamati a sostenere veri e propri aumenti di prezzo. L’elenco è lungo. Si comincia con il più 25 per cento in più sul biglietto dell’autobus che i cittadini di Genova saranno chiamati a versare dal primo febbraio: passerà da 1 euro a 1,50 euro, e diventerà il più caro d’Italia.

Ora la palma spetta a Palermo con 1,30 euro: al momento la capitale siciliana non toccherà il prezzo del singolo biglietto, ma ha già aggiornato quello del carnet da venti.

Anche Bari alza il tiro: da Capodanno per il bus si pagano 90 centesimi al posto dei “vecchi” 80. A rincarare ci sta pensando anche il comune di Bologna che si prepara a applicare un balzello del 20 per cento sugli autobus e sui parcheggi in centro.

C’è chi non pratica aumenti, ma taglia le corse (come Firenze che ha deciso di ridurle del 10 per cento spingendo i sindacati verso uno sciopero in difesa dei posti di lavoro); e chi – viste le imminenti amministrative – pensa sì ai rincari, ma li mette in programma per l’estate.

E’ il caso di Torino, che in primavera voterà il nuovo sindaco e che già sta studiando aumenti da applicare a partire da luglio. E se il caro benzina penalizza chi preferisce spostarsi con l’auto, la stangata non risparmia nemmeno chi viaggia in treno. Trenitalia Le-Nord società coordinata dalla regione Lombardia, aumenterà i biglietti in due tranche per un totale del 20 per cento.

I treni della Liguria rincareranno del 25. Napoli penalizza chi viaggia in auto (più 25 per cento oltre i 30 km per chi usa la A3 Napoli-Salerno; più 3,8 per la Tangenziale), ma anche i pendolari del servizio pubblico. L’unica città che non programma aumenti – “a meno che la qualità del servizio non migliori – ha detto il sindaco – è Roma”.