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La diplomazia internazionale si mobilita per la Libia

<p> Muammar Gheddafi</p>

Muammar Gheddafi

La diplomazia internazionale si mobilita per la Libia.

In serata si riunisce il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere della crisi libica ed è previsto un intervento del segretario generale, Ban Ki-moon. I quindici del Consiglio lavorano in queste ore ad un progetto di risoluzione Onuche prevede soprattutto il congelamento dei beni, l’embargo alle forniture di armi e il ricorso alla corte penale internazionale per chi nel paese nordafricano si sarà macchiato di crimini di guerra.

Intanto, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, fa sapere che l’Italia ha dato l’autorizzazione all’uso della base di Sigonella, in Sicilia, da parte di aerei che hanno l’obiettivo dell’evacuazione del personale dalla Libia ed esclusivamente scopi umanitari. La Russa ha sottolineato che la decisione è stata presa dopo un colloquio avuto con il ministro della Difesa inglese e dopo contatti con la Difesa americana.

A premere sulle sanzioni, dopo la telefonata del presidente degli Stati Uniti Barack Obama ai principali leader europei, tra cui anche il premier Silvio Berlusconi, sono state in particolare la Francia e la Gran Bretagna. “Gheddafi se ne deve andare – ha detto Nicolas Sarkozy in visita in Turchia – inaccettabili e saranno oggetto di inchieste e sanzioni”.

Una decisione sulle sanzioni europee, fa sapere la Commissione Ue, è attesa a breve. Per le esigenze umanitarie legate alla crisi del Paese nordafricano, Bruxelles ha deciso di stanziare 3 milioni di euro. E le nazioni dell’Unione europea starebbero pensando anche alla creazione di una “no fly zone” sulla Libia per impedire agli aerei dell’aviazione militare libica di mettersi in volo e quindi a Muammar Gheddafi di bombardare i manifestanti, nel caso l’Onu approvi una misura in tal senso.