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Giustizia, il Cdm vara la riforma

</p> <p>Silvio Berlusconi</p>

Silvio Berlusconi

“Una riforma epocale”.

Costituisce “un punto fondamentale del nostro programma”, ed è un “testo di riforme costituzionali completo, organico, chiaro e convincente”. Queste le parole del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, arrivate ieri a commentare la riforma della giustizia varata dal consiglio dei ministri.

“E’ dal 1994 che volevo questa riforma, è dai tempi della nostra discesa in campo”. E aggiunge che con questa legge “il pm per parlare con il giudice dovrà fissare l’appuntamento e battere con il cappello in mano e possibilmente dargli del lei”.

Berlusconi ha presentato ieri la riforma in conferenza stampa, con il ministro della Giustizia Angelino Alfano.

“Il cardine è la divisione tra giudici e pm”. Così il ministro Alfano ha spiegato il punto fondamentale della riforma, sintetizzando “il giudice in alto, con il pm e il cittadino allo stesso livello”.

E infuriano le polemiche.

L’Anm è subito insorta sostenendo che è una “riforma punitiva” fatta contro i giudici, e che riduce le garanzie per i cittadini.

Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori ha commentato dicendo che si tratta di una riforma “così antidemocratica da stravolgere lo stato di diritto”, e ha aggiunto che l’Idv presenterà un solo emendamento completamente abrogativo.

E’ intervenuto anche il Partito democratico, con Dario Franceschini che ha spiegato che la riforma “punta soltanto a togliere autonomia al pm e a metterlo sotto il controllo del potere politico del governo”.