“I miei richiami sono accolti con ipocrisia istituzionale”.
E’ lo sfogo, chiaro e deciso, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“È sufficientemente chiaro il bisogno – continua – che io avverto già da tempo, di un richiamo alla durezza delle sfide che ci attendono e già ci incalzano. Sembra quasi talvolta, che l’accogliere oppure no, il far propri sinceramente o no quei miei richiami, sia una questione di galateo istituzionale o un esercizio di ipocrisia istituzionale”.
Poi Napolitano aggiunge: “Mi domando, ed è una domanda che può riferirsi anche alle relazioni tra le forze politiche: è inevitabile l’attuale grado di conflittualità, è impossibile l’individuazione di interessi e impegni comuni? Si teme davvero che possa prodursi un eccesso di consensualità, o un rischio di cancellazione dei rispettivi tratti identitari e ruoli essenziali?”.
Che cosa porta il presidente della Repubblica a un richiamo così duro? Per una volta non sembra che i fulmini siano scagliati contro Silvio Berlusconi: forse mai come in questa circostanza i due appaiono in linea, assieme sul fronte libico. Il primo bersaglio è il Pd. Napolitano, e questo non è un mistero, avrebbe voluto che non fosse stata presentata alcuna mozione sulla partecipazione italiana ai bombardamenti a Gheddafi. Proprio per mostrare un Paese, in evidente difficoltà sul piano internazionale, quanto mai compatto.