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Lampedusa, scontri fra isolani e immigrati

- Scontri a Lampedusa fra isolani e immigrati. Il caos è esploso ieri pomeriggio dopo che un incendio ha quasi distrutto il centro di accoglienza [1] dove alloggiavano gli immigrati.

Alcuni di loro sono stati fermati dalla polizia perché pare volessero impossessarsi di bombole a gas per poi farle esplodere. Sarebbero numerosi i feriti, specialmente tra le forze dell’ordine (video [2]).

La furia degli isolani, nel frattempo, non accenna a placarsi, e alcuni di loro avrebbero tirato pietre contro gli immigrati. Sarebbero stati aggrediti anche un giornalista e un cameramen di Sky dagli abitanti dell’isola che accusano i media di “essere la causa del caos di questi giorni”.

Nel frattempo, il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis, chiuso nel suo ufficio e perennemente scortato dopo il tentativo di aggressione di qualche lampedusano, lancia il suo appello al presidente della Repubblica.

“Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti”.

Visti i momenti di tensione e guerriglia, i bambini non sono stati fatti uscire dalle scuole.

“Abbiamo detto al personale – spiega il sindaco di Lampedusa – di non farli uscire finché la situazione non tornerà alla calma”.

Stando ai primi calcoli, sarebbero all’incirca mille i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Già nella notte due voli militari sono riusciti a trasferire un centinaio di immigrati nella base di Sigonella. Il trasferimento aereo continuerà anche oggi al fine di velocizzare e favorire il rimpatrio.