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“Silvio, è ora di farsene una ragione”

Silvio Berlusconi

- “Silvio i numeri sono questi è ora di farsene una ragione”. E’ il colpo di grazia che arriva da Gianni Letta. La maggioranza continua a scricchiolare.

Anche Denis Verdini che si è sempre occupato delle trattative con tutti i parlamentari, stavolta ammette che non ci sono più i numeri. Se si votasse già domani sul Rendiconto dello Stato i deputati si fermerebbero a 306. O forse anche meno.

Verdini, infatti, oltre ai parlamentari che se ne sono già andati, ha calcolato anche un grande numero di dissidenti pronti a staccarsi dalla maggiornanza, portando così il risultato finale a 300.

Ma il premier non ci sta. “Non ci credo – avrebbe detto -. Li chiamerò uno ad uno personalmente. È tutta gente mia, mi devono guardare negli occhi e dirmi che mi vogliono tradire. Io lo so che sono arrabbiati, è gente frustrata, si rompono le palle a pigiare tutti i giorni un pulsante, ma non hanno un disegno politico. Ci parlerò”.

“Possiamo anche andare allo scontro – hanno spiegato invece Alfano e Letta – ma se perdiamo, e stavolta è probabile che perdiamo, la palla passa agli altri. A quel punto possiamo solo subire”.

Se invece Berlusconi accettasse il passaggio a un governo diverso, il destino del Pdl sarebbe diverso.

“Con Gianni Letta a palazzo Chigi – avrebbero spiegato al premier – allarghiamo l’alleanza a Casini e possiamo decidere noi se andare al voto tra sei mesi o tra un anno. Quando ci conviene di più”.

“Avremmo tutto il tempo – continuano – di riorganizzarci e preparare la candidatura di Alfano nel 2013”.

Non resta che aspettare. Nel frattempo l’opposizione si divide. Mentre Bersani vorrebbe attaccare subito sul Rendiconto dello Stato, Casini è sicuro di aver già vinto la partita, rimandando così l’attacco di qualche giorno.