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Manovra, monti incassa la fiducia

Mario Monti

402 sì contro 75 no.

Il governo Monti incassa la fiducia sulla manovra,  anche se la sua maggioranza inizia ad assottigliarsi. Rispetto alle cifre bulgare dell’insediamento (556 voti a favore), la fiducia di metà dicembre si ferma a 495 sì (-61 rispetto a un mese fa).

130 deputati, infatti, hanno preferito disertare l’aula piuttosto che partecipare al voto.

124 assenti e 6 in missione. 70 dalle file del Pdl, malgrado l’sms con cui il segretario Angelino Alfano aveva raccomandato ”la massima presenza per ragioni politiche ed estetiche”.

Non c’erano, poi, 6 deputati del Pd, 10 di Fli, 8 della Lega.

Gli astenuti, sempre al voto finale, sono stati 22 di cui 12 del Pdl (da segnalare, fra gli altri, Antonio Martino che a Monti ”piuttosto che manovre” ha chiesto ”riforme”) e 9 di Popolo e Territorio.

Al momento della fiducia, nel pomeriggio, gli assenti erano stati 23 nel Pdl, 3 di Fli e 2 del Pd, più 5 del Misto e due di Popolo e Territorio. Quattro gli astenuti, tutti del Pdl.

Vuoti i banchi degli ex ministri Giulio Tremonti e Paolo Romani.

“Sono soddisfatto – ha commentato alla fine Mario Monti che aveva aperto il suo intervento con un ringraziamento al Parlamento per la fiducia accordata -. Siamo tutti accumunati dalla stessa impresa, non si tratta di continuare di vivere come prima con qualche sacrificio: senza questa manovra sono a rischio i risparmi degli italiani, il benessere accumulato da generazioni. C’è il pericolo di vedere evaporare i redditi e mettere a rischio la previdenza“.